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“Chi vuole spaccare il Pd”? Così il consigliere comunale del Pd Nicola Giordano, in lungo post:

La dichiarazione del sindaco Nargi su un possibile governo di scopo per la città di Avellino, alla luce degli sviluppi degli ultimi giorni e delle dichiarazioni pubblicate a stretto giro, ci poniamo una domanda semplice e legittima: Chi ha interesse a evidenziare e cristallizzare una spaccatura interna al Partito Democratico? Abbiamo assistito a una vera e propria fuga in avanti da parte di alcuni esponenti del PD, accompagnata dalle consuete truppe di supporto, nel formulare un netto rifiuto.

Eppure, a quanto ci risulta, non c’è stato alcun confronto interno, nessuna discussione reale che potesse esplorare e chiarire le opzioni sul tavolo. Al contrario, abbiamo visto un tentativo insistente di tirare per la giacca il gruppo consiliare del PD in Comune, come se fosse chiamato solo a ratificare ed eseguire decisioni già prese altrove. È legittimo chiedersi: a chi giova tutto questo? A chi serve alimentare un clima di esasperazione, mettendo il cappello su una posizione che appare come una ricerca forzata di consenso nell’opinione pubblica, più che una strategia politica costruita collettivamente? Un consenso che — è bene ricordarlo — molti degli artefici di questa corsa a mostrarsi “più puri degli altri” hanno clamorosamente perso nelle urne, anche in quel caso per effetto di un’imposizione calata da Roma, che ha evitato il confronto delle primarie passando sopra le teste del partito locale.

Chi indica una strada dovrebbe farlo con autorevolezza e responsabilità, offrendo una prospettiva sicura e condivisa. Possiamo davvero affidarci a chi, strategicamente, alimenta divisioni invece di costruire dialogo? A chi sembra cercare una rivincita personale, ignorando i problemi reali della città? I tavoli di confronto devono restare aperti a tutti. Non ha senso, per un partito come il PD, chiudersi in conclavi ristretti, rinunciando al principio dell’unità come valore fondante.

Ed è qui che emerge una questione ancora più evidente e preoccupante: Perché si continuano ad adottare due pesi e due misure tra il Comune di Avellino e l’Ente Provincia? Qual è la strategia del Partito Regionale e di quello Nazionale? Il Presidente Buonopane, a capo della Provincia, ha sistematicamente agito in autonomia rispetto alle indicazioni del partito, senza che ciò abbia provocato polemiche o prese di posizione pubbliche altrettanto veementi.

E allora, perché oggi si pretende un allineamento assoluto dal gruppo consiliare del PD in Comune, mentre altrove si tollerano — se non si giustificano — scelte unilaterali e spesso in contrasto con la linea ufficiale? Come ci ricordava Fabrizio De André: “La gente dà buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio.” Il distacco accumulato in questi anni tra la politica e la gente comune — mentre si pretende di detenere l’unica patente della moralità — ha portato solo a sconfitte ripetute e dolorose. Il mito della militanza esclusiva degli intellettuali, dei letterati, dei professori e degli ideologi da salotto, riuniti nei circoli del tennis cittadini, ha prodotto quindici anni di allontanamento dal popolo e dalla realtà. Direi che può bastare così. Ora serve coraggio: il coraggio del confronto, della responsabilità, dell’ascolto.

E soprattutto, serve un partito che sappia ritrovare se stesso, tornando a essere strumento di partecipazione e non di imposizione”.