- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Avellino – “Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato”. Ebbene Arthur Schopenhauer ci aveva visto lungo con questa frase. Il tutto è raccontato in una storia che parte da Avellino e finisce a Milano, ma soprattutto i protagonisti principali sono il compianto Pasquale Rizzo e il suo amico a quattro zampe: un cane. Il novantenne di origini avellinese, venti giorni fa, è passato a miglior vita. E su questo mondo non aveva nessuno tranne Tor un meticcio dal pelo arruffato bianco, diventato così erede di un milione di euro, visto che l’anziano padrone possedeva due unità immobiliari e due conti correnti, uno postale ed uno bancario presso la Bnl, e che godeva anche di entrate pensionistiche quale ex funzionario delle Ferrovie dello Stato.

L’ex ferroviere, molto tempo fa, aveva già predisposto il suo lascito al suo amico peloso. Il motivo è presto svelato. Tor, circa quattro anni fa, gli aveva salvato la vita. Rizzo aveva avuto un malore in casa, il cane, ha abbaiato così tanto da richiamare l’attenzione dei vicini che prontamente hanno chiamato i soccorsi. Rizzo, però, ha dovuto fare i conti con la burocrazia italiana che non consente di lasciare eredità agli animali domestici. Lo studio legale di Andrea Ferrari, però, ha aggirato il problema con un testamento olografo con nomina di esecutore testamentario, un amico dell’uomo, che avrà dunque il compito di vigilare sull’adempimento dell’onere. Tor, dunque, sarà un cane milionario.