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Avellino – Dopo la buona accoglienza riservata dalla critica a “Mica me” nel 2008, Livio Borriello pubblica ora il suo secondo libro dal titolo “Esercizi per accorgersi del mondo” nel catalogo Altre Scritture, collana Margini a Fuoco, di Transeuropa, editore da sempre attento al nuovo e al non convenzionale (198 pagine, 12,97 euro).

Il libro raccoglie scritti pubblicati in Rete, ma ha l’ambizione di costituire un’opera nuova e organica, non solo per l’aggiunta di numerosi brani inediti, ma per il lavoro di strutturazione e rielaborazione, che li ha resi adatti alla pubblicazione cartacea, e ne ha prodotto un senso diverso.
Secondo Livio Borriello questa operazione di trapianto da un ambiente editoriale all’altro è oggi indispensabile, in quanto “la scrittura elettronica si scrive ma non si legge, o si legge in maniera veloce e superficiale, e per compensare quest’asimmetria  è necessaria la sua riconversione sul cartaceo”.

In “Esercizi per accorgersi del mondo” il testo svolge un coerente discorso sulla percezione, quale processo decisivo e preliminare di ogni atto psicologico, culturale, sociale, politico –  articolato a vari livelli attraverso l’utilizzo di molteplici codici espressivi. Ci sono i veri e propri “esercizi percettivi”, in cui l’autore esplora nuove possibili condizioni del corpo, e che solo superficialmente si possono confondere con tradizionali sperimentalismi linguistici, ci sono poi momenti di definizione e teorizzazione del processo, e infine applicazioni e esemplificazioni, ovvero analisi che hanno per oggetto la nostra realtà politico-sociale – lo strapotere della finanza,  la degenerazione della politica, i media e l’accelerazione elettronica del segno, l’immigrazione, il Covid, gli influencer ecc.
Ne deriva una sorta di autopsia del reale contemporaneo, nel senso etimologico di ispezione diretta attraverso i sensi, dunque un’analisi che, in quanto meglio fondata in una percezione profonda e  originaria della realtà, dovrebbe configurare una proposta culturale, sociale e politica nuova.