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di Marco Imbimbo

Ha perso le staffe, e non è la prima volta, di fronte alle domande sui parcheggi e sul bando, e alla fine ha sbottato: «La verità è che ho rotto una camurria che si era creata in città. Voi invece cercate la dietrologia». Uno sfogo con tanto di urla e pugni sui tavoli che è risuonato in tutto il Comune. Il sindaco, poi, a microfoni spenti ci ha tenuto a precisare «io ho origini siciliane, quindi la parola “camurria” rigorosamente con la “u” significa “casino”». Una precisazione necessaria di fronte una parola che  poteva intendere altro.

Lo sfogo e le urla sono arrivate dopo alcune dichiarazioni sui parcheggi e sul bando. Il sindaco ha annunciato che si procederà all’annullamento della gara precedente per indire un nuovo bando. «L’idea di affidare le aree sosta all’Acs è tramontata perché l’amministratore della società mi ha comunicato di non avere personale a disposizione». Alla notizia di un nuovo bando sono scattate in automatico le domande, da parte della stampa, su ciò che era successo con il precedente e soprattutto con quella mancata pubblicità data alla gara sul sito del Comune, ma solo su quello dell’Acs. Secondo il sindaco l’ente di Piazza del Popolo non era tenuto  pubblicizzare il disciplinare di gara essendo un bando dell’Acs (di cui, però, l’ente è proprietario al 100%). Eppure lo stesso disciplinare di gara redatto dall’Acs parlava di pubblicizzazione sul sito del Comune di Avellino, in modo da dargli maggiore risalto. Un incalzare di domande che non è piaciuto al sindaco, mandandolo su tutte le furie (ma non è la prima volta) e cominciando a puntare il dito contro la stampa (anche questa non è la prima volta) accusata di voler fare sempre della dietrologia. «La verità è che ho rotto una camurria sui parcheggi» ha urlato. “Camurria” con la “u” ripetiamo e attendiamo che, placata la sua ira, possa spiegarla meglio.