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La nota di APP – Avellino Prende Parte

 “Avellino merita di più: primarie subito, partecipazione vera

La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Dopo l’amministrazione Festa, contraddistinta da una gestione privata della cosa pubblica aggravate da egomanie smisurate, si chiude anche l’amministrazione Nargi, figlia delle stesse logiche e degli stessi interessi che si sono tradotti in una serie di veti e ricatti che ha completamente bloccato la città di Avellino. 

Non si cerchino responsabilità altrove: il vero e unico colpevole per cui questa amministrazione non è mai decollata ed è crollata su se stessa è stato Gianluca Festa, accecato dalla voglia di tornare a Palazzo di Città, ha messo i suoi interessi davanti a quelli della città. Nulla di nuovo e di non prevedibile.

La sindaca appena decaduta, Laura Nargi, porta su di sé una responsabilità non indifferente, avendo ingenuamente creduto di poter amministrare la città affidandosi ai voti e all’influenza del sindaco uscente Gianluca Festa, senza doverne pagare le conseguenze. Un tentativo disperato di “golpe” politico che, come era prevedibile, è miseramente fallito, dimostrando la totale mancanza di una visione autonoma e di una solida base di consenso. La sua colpa si è aggravata nel non aver alzato bandiera bianca per tempo, quando era ormai evidente a tutti che non c’era più margine per alcun tipo di amministrazione autonoma, intrappolata nella gabbia che le era stata costruita attorno.

A quell’idea di gestione di città ci siamo sempre opposti, pensando che la politica non potesse essere una lotta tra bande per la gestione dei fondi, ma un processo che interroghi i bisogni della città e li traducesse in partecipazione e scelte politiche. Va anche detto, a onor del vero, che mentre chi governa divideva la città fra amici e nemici, anche l’opposizione, piuttosto che costruire una narrazione nuova, ha fatto da contraltare dividendo la città in buoni e cattivi.

Si aspetta un commissariamento lungo, che non è mai una buona notizia. Soprattutto quando il vecchio muore e il nuovo non può nascere si verificano i fenomeni morbosi più svariati. C’è la necessità di aprire una stagione nuova, che non sia una resa dei conti con il passato. Bisogna ripartire dai bisogni, costruire un’idea dell’Avellino che sarà che possa riaccendere entusiasmo nelle persone. 

Non bisogna commettere nuovamente l’errore di rinchiudersi nelle stanze, di definire seduti attorno a un tavolo tatticismi elettorali e geometrie. Bisogna iniziare subito la campagna elettorale, intesa come campagna in primis di ascolto di cittadini, associazioni, gruppi informali. Bisogna rimettere al centro la politica e per farlo bisogna ripartire dal protagonismo di nuove idee e nuove energie.

Così come avevamo fatto già più di un anno fa, lo chiediamo a gran voce nuovamente oggi: annunciare subito le primarie del campo progressista. Questo per noi è un modo per dire che è necessario stare nelle strade e nelle piazze nel corso di tutto quest’anno senza partire dai nomi e dalle cariche, ma mettendo queste alla fine di un percorso vero e aperto. Non sono sufficienti documenti, non è sufficiente indovinare le candidature. O questa è la tornata per stabilire una nuova idea del modo di fare in politica in città o dopo questa triste pagina rischiano di cambiare solo gli attori di uno stesso copione. 

Nel corso di questo anno ci saranno anche le Regionali e le Provinciali. La crisi politica evidentemente non riguarda solo Avellino, ma riguarda i comuni che fanno fatica a trovare candidati, un civismo di spartizione diffuso, una mancanza di strategia che le aree interne devono avere alla luce dello spopolamento dilagante. Bisogna ricostruire le coordinate di una nuova offerta politica che sia complessiva e che non guardi solo alla città. 

Questi appuntamenti, dunque, non siano un modo per gettare il pallone avanti, per continue prove muscolari che rinviano l’avvio di processi nella ricerca di nuovi equilibri. Ecco perché ricorrere alle primarie è un’occasione per alzare lo sguardo, far uscire la politica avellinese dal suo isolamento, stare per le strade e i quartieri e sperimentare strumenti nuovi di ascolto e di attivazione. 

In queste settimane lavoreremo per una grande assemblea pubblica a settembre. Un luogo aperto per immaginare e costruire questo percorso. Un’assemblea che non sia dei membri della coalizione, ma di tutte e tutti coloro che credono che ci sia bisogno di uno spazio nuovo e sono disposti a mettersi in gioco. Siamo convinti del fatto che se il percorso è vero e libero da protagonismi personali, le idee e le energie che potremo incontrare lungo il percorso sono molte. Avellino è una città più viva di quella che si racconta, va solo liberata da clientele, da tavoli e da tatticismi”.