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Avellino – “Non comprendiamo le reazioni di alcuni dirigenti democratici né le scomposte considerazioni di qualche rappresentante delle Istituzioni”. Si apre così la nota congiunta di Umberto Del Basso De Caro, Gianluca Festa e Livio Petitto per l’arrivo del nuovo commissario del PD in Irpinia, Michele Bordo.

“Mai come in questo caso le decisioni della Segreteria Nazionale del Pd sono state improntate a buon senso e pieno rispetto dello Statuto e del Regolamento.

Nell’ordine: il precedente Commissario ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute;

il responsabile nazionale di organizzazione con propria circolare n.9/21 del 20.05.21 ha stabilito le “finestre” congressuali dell’anno corrente ed indicato la platea degli aventi diritto escludendo, come ovvio, gli iscritti del 2019;

la Segreteria Nazionale – sentito il parere della Commissione Nazionale di Garanzia – ha nominato in sostituzione del dimissionario on. Cennamo, l’on. Michele Bordo dirigente di lunga esperienza e parlamentare in carica.

Che cosa ha creato tanto sconcerto? Forse il cambio del Direttore D’Orchestra? Qualcuno immaginava che il Congresso avesse un esito scontato con il tesseramento 2019? Qualcuno, magari mal consigliato, ha scambiato le proprie aspirazioni con la realtà?

In verità occorre celebrare un congresso vero, non un esercizio muscolare, ma un luogo di confronto e di partecipazione che ponga al centro l’Irpinia e le sue prospettive, che indichi una visione intorno alla quale costruire il futuro della nostra comunità con un respiro almeno decennale. La lunga stagione dello scontro, dei veti insuperabili, delle esclusioni immotivate va superata ed archiviata.

Una classe dirigente è tale se ha la capacità di misurarsi con i problemi, se ha rappresentatività sociale e territoriale, se ha autonomia decisionale. Esprimiamo il forte auspicio che tali idee siano patrimonio condiviso del Pd irpino, da sempre straordinariamente ricco di intelligenze, passioni e volontà.

Al neo commissario on. Michele Bordo il nostro benvenuto e la nostra disponibilità totale al lavoro comune che attende, con la certezza che, al termine del suo impegno, sapremo riconoscere una comunità più forte, più unita e più autorevole”.