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Avellino –  Per il Pd non facile il gioco degli incastri tra le candidature alle Politiche di marzo. Bisogna mettersi d’accordo su cinque nomi. Nell’uninominale servono candidati forti: un voto di differenza è decisivo per essere eletti e favorire così il resto della coalizione e del partito.

Anzitutto via libera agli uscenti: Valentina Paris, che potrebbe candidarsi alla Camera nel collegio del capoluogo oppure trovare gioco facile come capolista nel listino, e Luigi Famiglietti che invece sembra destinato a proporsi nell’uninominale in Alta Irpinia.

La scelta più delicata riguarda il collegio di Nicola Mancino, il bacino di voti più importante dell’Irpinia sia perché esprime gli orientamenti politici del capoluogo sia perché determina i rapporti di forza nella città e nei Comuni vicini. Mancino fu eletto per la prima volta senatore nel 1976 e da allora è stato sempre riconfermato fino al 2008 quando il Parlamento in seduta comune lo scelse come componente del Consiglio Superiore della Magistratura di cui diventò poi vice presidente.

Allora passò il testimone al senatore Enzo De Luca che ora, sempre non scelga di optare per Palazzo Madama come fece nel 2013 con l’Italiacum, potrebbe essere il candidato del Pd alla Camera nel collegio cittadino. In alternativa c’è Angelo D’Agostino, vicino al Pd, che per non entrare in competizione con De Luca – lo scontro è cominciato da mesi – si proporrebbe per il Senato. Il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro valuta con attenzione l’ipotesi Camera a Benevento dove si troverebbe di fronte il gruppo di Mastella: per evitarlo potrebbe provare al Senato.
Roberta Santaniello, ex presidente provinciale del Pd, mira non tanto i voti del Vallo di Lauro quanto quelli del partito via listino.

Altra incognita sono i demitiani che vogliono l’alleanza con il Pd passando per il Ministro dell’Interno Angelino Alfano e naturalmente punterebbero al collegio altirpino dove però si troverebbero contro Famiglietti e Rosetta D’Amelio.