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Botta e risposta, oggi, tra avvocati e sostituto procuratore generale, durante l’udienza del processo d’Appello in corso a Napoli sulla tragedia del bus precipitato il 28 luglio 2013 sull’autostrada A16, che costò la vita a oltre 40 persone.

I legali di “Autostrade” hanno infatti presentato al giudice la richiesta di una nuova perizia sulla dinamica dell’incidente e anche sulla corrosione dei perni che, secondo i legali, non era prevedibile. A questa richiesta si sono opposti sia il sostituto procuratore generale Stefania Buda e l’avvocato Sergio Pisani, legale di Gennaro Lametta, proprietario del bus.

Entrambi hanno infatti sostenuto che su entrambi gli aspetti sia stata fatta piena luce dalla perizia acquisita dai giudici di primo grado. Accertamenti eseguiti dai periti nominati dalla Procura di Avellino che hanno stabilito in maniera chiara l’angolo di impatto del bus contro le barriere e anche lo stato di corrosione dei perni.

L’avvocato Pisani ha anche ricordato le dichiarazioni rese dai sopravvissuti durante il processo, secondo le quali l’autobus, nella fase finale, viaggiava parallelamente ai news jersey (le barriere di contenimento laterali, ndr)”. “Le foto allegate agli atti – ha spiegato Pisani – evidenziano come lo stato di degrado dei tiranti di ancoraggio dei new jersey: era logico che in un punto come quello dove è avvenuto l’incidente, l’uso del sale per sciogliere la neve avesse effetti anche sugli ancoraggi”.

Il prossimo 25 marzo, i giudici della seconda sezione penale (presidente Miele), dovranno pronunciarsi sulla richiesta degli avvocati degli imputati ma anche relativamente alle istanze del sostituto procuratore generale, che ha chiesto l’acquisizione di alcune conversazioni intercettate dalla Procura di Avellino subito dopo la lettura della sentenza di primo grado, e dell’avvocato Pisani che invece ha chiesto l’escussione del meccanico che pochi giorni prima della tragedia eseguì un controllo al serraggio dei perni della trasmissione del bus, la cui rottura mise fuori uso i freni.