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Avellino – La Procura vuole il processo nei confronti di tre indagati accusati di aver messo in piedi una serie di ricatti hard. Gli indagati contattavano la vittima sul telefonino: sms e Facebook. Invitavano foto osé di donne procaci e irresistibili.

Poi chiedevano i soldi per comprare il silenzio: “Farai bene a pagare, o queste foto le mandiamo a tutti quelli che conosci. Iniziamo da tua moglie”. Uno dei tanti ai danni di un uomo di mezzo età. Un falso profilo lo adesca su Facebook. Segue una fitta chat e promesse di una notte indimenticabile. Da qui uno scambio di foto. E allora arriva il ricatto: 500 euro o pubblichiamo tutto.

La richiesta di rinvio a giudizio nei loro confronti è stata firmata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avellino, Fabio Massimo Del Mauro, che qualche mese fa aveva chiuso le indagini a carico dei tre indagati, nello specifico una coppia di Avellino e un ragazzo di Atripalda, hanno tutti meno di ventisei anni e sono accusati, a vario titolo, di tentata estorsione aggravata, minacce e molestie o disturbo a persone.

Nel mirino dei presunti molestatori del web è finito anche un parroco dell’hinterland avellinese: lui però, questo almeno si legge nell’atto d’accusa, è stato solo importunato con richieste di denaro pressanti, ma senza ricatti sessuali. Non solo, a volte si inventavano anche situazioni hard per incastrare la vittima.