“Il centrosinistra e il centro destra sono sul 3-3. Le Marche e la Calabria assegnate — o meglio, sarebbe più giusto dire riassegnate al centrodestra; il Veneto, che penso andrà al centrodestra. Noi abbiamo vinto in Toscana, ma era largamente prevedibile. Penso che vinceremo, in modo altrettanto prevedibile, in Campania e in Puglia. Quindi 3 a 3 è la fotografia dell’esistente: noi riprendiamo le regioni che già amministravamo, il centrodestra riprende le regioni che già amministrava”.
Lo dice l’ex Sottosegretario di Stato, Umberto Del Basso De Caro, presente a Monteforte Irpino al confronto promosso dal Pd dal titolo “Cammino Comune”.
E il tema è proprio l’unità dei dem, in Irpinia una chimera più che nel resto della Campania: “Non possiamo dividerci: serve assolutamente un congresso unitario, perché le ragioni della divisione devono, una volta tanto, lasciare spazio a quelle dell’unità. Avellino è stata commissariata per molti anni, più di quanti ne abbia avuti con una segreteria irpina autonoma. Ora, le ragioni dello stare insieme ci sono tutte.
Intanto spero che il risultato elettorale confermi la presenza — ne sono sicuro — del consigliere regionale del PD irpino ( Maurizio Petracca ndr) ma non credo ci siano le possibilità che possa scattare anche il secondo.
Poi, naturalmente, sorge un problema di funzione politica e anche di partito, se poi, insomma, restiamo sempre alle solite questioni: chi conta di più, chi conta di meno. Qualcuno ha auspicato più volte un congresso pensando che qualcuno potesse spaventarsi. Io no. Non ho paura, per esempio.
Sollecitato dai cronisti, De Caro analizza anche alcuni cambi di casacca degli ex alleati ma inviata i dem a fare anche un mea culpa: “Di Gianluca Festa ne comprendo le ragioni, ma non le condivido affatto. Tuttavia, era uno che stava con noi. Laura Nargi, idem. Forse, insomma, senza arroganza né presunzione di attribuire responsabilità solo agli altri, un minimo di riflessione, se siamo intellettualmente onesti, dobbiamo farla anche noi. Livio Petitto ? è un mio amico: mi dispiace, ma non comprendo le sue ragioni”.
Sul tema interviene anche il consigliere regionale Petracca: “Io sono uno di quelli che ha combatto il trasformismo di certe persone e con orgoglio mi inteso questa battaglia. Non mi meravigliano del tutto le loro nuove giravolte.
E che dire dell’assessore Nicola Caputo che dice di non essere attaccato alle poltrone, e decide di cambiare partito dopo che su una poltrona ci è stato quasi 5 anni.
Il centrodestra oggi è una raccolta simile ad una pattumiera. Noi andiamo avanti con la nostra linea, con i nostri obiettivi anche con le spaccature oggettive che ci sono nella coalizione del centrosinistra migliorando l’ottimo lavoro fatto negli ultimi 5 anni”.
Poi la parola torna all’onorevole De Caro che accende i riflettori su un altro dato da non sottovalutare, quello dell’affluenza: Ciò che preoccupa dei risultati, tanto in Calabria quanto in Toscana, è l’affluenza. Perché una regione come la Toscana, strutturata anche in termini di partecipazione popolare, con un’antica tradizione di sinistra, di cooperative e di sindacato più forte che altrove, registra un calo di quindici punti percentuali: è un segnale preoccupante. Deve preoccupare tutti, non solo il PD, ma tutti i partiti politici”.
Le liste bloccate –incalza l’onorevole- non vanno bene. Non vanno bene per nessuno, perché la gente vuole rivendicare il diritto di scegliere il proprio candidato, di guardare al territorio e di eleggere il rappresentante del territorio. Ora, mettere una lista bloccata per cui io, che sono di Benevento e ho trascorso tutta la mia vita tra Benevento e, mi permetto di dire, Avellino, potrei essere eletto a Torino: ma chi dovrei rappresentare a Torino?