Riceviamo e pubblichiamo la nota del gruppo dei professionisti irpini per salvare l’Alto Calore:
Dopo lo spettacolo indecoroso dell’Assemblea dei Soci dell’Alto Calore tenuta nei giorni scorsi, giungono le dimissioni inaspettate dell’avv. Lenzi: la sorpresa è dettata dal fatto che accogliendo l’invito del Presidente della Provincia a convocare l’assemblea rompe i rapporti con i consiglieri regionali del centrosinistra che avevano sponsorizzato la sua elezione. Qui l’odg che nessuno ha osato proporre in assemblea e che fu inviato https://www.facebook.com/100011616738347/posts/2413503059046895/?mibextid=rS40aB7S9Ucbxw6v
Perché dietro a questo inatteso passo, che noi avevamo già richiesto, ci sono – è vero – motivazioni politiche ma anche ragioni squisitamente gestionali che testimoniano un fallimento di fatto.
Bene ha fatto l’avv. Lenzi a rimettere il mandato perché la sua inadeguata gestione avrebbe portato l’Alto Calore al fallimento con danni irreparabili anche alla sua persona dal punto divista penale e contabile.
Alcune considerazioni sul comunicato con le quali il nostro annuncia le dimissioni, prima di svelare qualche retroscena che si è consumato nei giorni scorsi.
La prima riflessione nasce dalle motivazioni presentate: “Le situazioni determinatesi tanto sul fronte tariffario quanto su quello, anche più allarmante, della emergenza idrica mi pongono in una situazione di grande imbarazzo e sofferenza umana” e, quindi, si è visto costretto a un passo indietro.
In altri tempi si sarebbe detto che siamo di fronte al caso del comandante che abbandona la nave mentre affonda, insomma, una sorta di Lenzi-Schettino che, di fronte a problemi di cui egli stesso è il primo responsabile, fa il gran gesto di lasciare tutti indietro a gestire la crisi che i suoi comportamenti e la sua inerzia hanno prodotto.
Poi aggiunge che ha condotto l’Azienda verso l’omologa e, quindi, avrebbe fatto un grandissimo lavoro: anche qui, proprio nella logica distonica cui fa cenno, attribuisce a sé stesso un merito che non ha.
Invero l’avv. Lenzi non ha scritto il concordato, non lo ha sostenuto, non ha fatto nulla per darne esecuzione e, soprattutto, giunti al momento in cui avrebbe dovuto predisporre il primo piano di riparto, ossia PAGARE EFFETTIVAMENTE I DEBITORI, ha salutato tutti e ha sostanzialmente spiegato che ormai non tocca a lui fare l’unica cosa vera e importante in un concordato preparato da altri ovvero saldare i debiti.
Probabilmente, sapendo di non riuscirci perché nei 18 MESI DI GESTIONE LENZI L’ALTO CALORE HA ACCUMULATO OLTRE € 45.000.000 DI DEBITO PREDEDUCIBILE (a fronte di € 16.000.000 alla fine del 2023), lasciando a chi verrà l’incombenza di certificare il fallimento?
C’è un secondo punto, Insieme operativo e politico, che emerge dalla sua nota di dimissioni: ha spiegato che rimarrà in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Al di là di qualche incertezza normativa sull’effettività di questa possibilità, c’è un dato allarmante: l’avv. Lenzi si è dimesso ma rimarrà ancora in carica fino a quando non arriverà il suo successore.
Ma quando sarà convocata l’Assemblea dei Soci per l’elezione? Qui emerge la politica che si intreccia con i retroscena pre-assembleari della scorsa settimana, di cui diremo fra un attimo.
Non a caso subito dopo le dimissioni dell’Avv.Lenzi sono piovuti gli attestati di stima nei confronti suoi dai parlamentari del centrodestra, da Pionati a Rotondi, dalla Fruncillo a Petitto etc.
Chi ti elogia ti vuole comprare? Si è aperta la campagna acquisti? Immaginiamo una possibile trattativa con l’ingresso dell’Avv. Lenzi nel centrodestra? INTANTO RIMARRA’ IN CARICA ALMENO UN ALTRO MESE (stipendio al netto € 6.700,00) e CONVOCHERA’ L’ASSEMBLEA ALLA FINE DI SETTEMBRE.
Nel frattempo fervono i preparativi per le elezioni regionali, non si può escludere il fatto che l’Avv. Lenzi possa ritagliarsi un ruolo nelle trattative per la formazione delle liste e suggerire un nome da candidare come AU di ACS che oggi non esiste e che dovrà essere inventato.
Questo è lo scenario peggiore, quindi per fugare qualsiasi dubbio l’Avv. Lenzi, non ci deluda, sgombri il campo da queste ipotesi che circolano negli ambienti della politica e convochi immediatamente l’Assemblea dei Soci la prossima settimana per eleggere il nuovo Amministratore Unico.
A noi sta a cuore il futuro dell’Azienda non interessano questi giochetti meschini che girano da alcuni giorni tra gli addetti ai lavori e non solo e veniamo alle questioni gestionali che descrivono un fallimento di fatto.
La responsabilità principale dell’Avv. Lenzi sta anche nel fatto che l’aumento tariffario è stato proposto in gran fretta, senza informare i Sindaci (come confermato dal Sindaco di Atripalda) e nei periodi di ferie perché, “senza questi soldi Alto Calore non riusciva ad andare avanti”. E’ stato chiesto un rinvio nella riunione dell’EIC per approfondire la questione, proposta bocciata e solo 4 componenti si sono ribellati al sopruso VOTANDO CONTRO LA PROPOSTA DI AUMENTARE LE TARIFFE.
COME SALVARE L’ALTO CALORE SERVIZI SENZA RIPETERE GLI ERRORI DEL PASSATO
Di seguito indichiamo alcune proposte alternative senza alcuna pretesa di rappresentare la soluzione dei tanti problemi atavici che affliggono le nostre comunità da tanti anni. Pertanto si accettano suggerimenti e indicazioni. In altri documenti abbiamo evidenziato che il piano di concordato prevede un aumento del 3,5% e che questo flusso di cassa sarebbe stato sufficiente a garantire la continuità. I giochi dell’avv. Lenzi e oggi le sue dimissioni hanno smascherato una verità diversa. Cosa è successo in 18 mesi?
- La realtà è una sola: la gestione dal 2024 ad oggi porta Alto Calore al FALLIMENTO.
La gestione Lenzi è stata un disastro completo, come si può vedere dai numeri in nostro possesso.
L’aumento tariffario del 50% circa in 4 anni così come approvato nell’assemblea del Consiglio di Distretto Irpino del 07 Agosto 2025 si è reso necessario perché l’avv. Lenzi ha “affossato l’Alto Calore” : purtroppo se si legge l’ultimo bilancio non è facile capire i numeri veri perché ci sono le sopravvenienze da concordato che mascherano, anzi, inglobano i dati reali ma, andando sotto la superficie viene fuori un quadro tragico.
Nel 2023, con la gestione di Cassano Irpino fino a tutto settembre (ovvero nel periodo di maggior emungimento di acqua e, quindi, di consumo energetico) e con molti siti elettrici in regime di libero mercato – con tariffe altissime, la Società perdeva € 4.772.432.
Nel 2024, senza la gestione di Cassano Irpino neanche per un giorno e con il prezzo dell’energia elettrica in caduta libera, l’Azienda perde circa € 4.500.000.
Cosa è successo? Tornando ai cari, vecchi esempi casalinghi, se, invece di spendere 1.000€ al mese per l’energia elettrica, ne spendo € 500, come faccio a perdere gli stessi soldi? E’ facile: si perdono altrove. E questo cosa significa? Semplice: si spende senza saper gestire e ciò significa inadeguatezza del management.
Come si è arrivati a questo punto? Basta guardare il FATTURATO, prima di tutto: sono stati persi circa
€ 6.000.000 dal 2023 al 2024. Se incassi meno, che possibilità hai di salvarti?
La spesa energetica si è ridotta, è vero ma non quanto avrebbe dovuto. Spieghiamoci bene: nel 2023 c’era Cassano Irpino che consumava quasi la metà dell’energia elettrica di Alto Calore (il 47% circa) e, non avendo più questa “bolletta” da pagare, l’energia elettrica non si è ridotta del 47% ma del 20% circa.
Perché? Perché, a causa dei debiti che ACS non salda, la Società è in regime di salvaguardia e, quindi, paga a un prezzo elevato la corrente elettrica acquistata; prima quasi tutti i siti aziendali (fatta eccezione proprio per Cassano Irpino) erano in regime di libero mercato e i costi erano inferiori ma, con la gestione Lenzi, come detto, tutti di nuovo in salvaguardia.
Inoltre, tra il 2023 e il 2024 la corrente elettrica ha subito un drastico calo dei costi e neanche questo ha aiutato a ridurre la bolletta energetica di Alto Calore.
Sapete anche per quale motivo? Perché la società di Corso Europa nell’anno 2024 NON HA RIPARATO LE PERDITE, come si può vedere in questi giorni di drammatica emergenza idrica.
L’avv. Lenzi, stretto e chiuso nel suo immobilismo per il timore di prendere qualsiasi decisione, non ha mai avviato una gara ordinaria per la manutenzione delle reti idriche colabrodo e si è limitato a piccoli affidamenti che sono serviti solo ad accontentare i Sindaci più petulanti per qualche riparazione sotto casa degli elettori.
Le perdite non riparate, oltre a togliere acqua alle case della gente, hanno fatto aumentare la bolletta elettrica: se si perde acqua dalle tubature e quell’acqua viene sollevata, stai pagando la corrente elettrica (a prezzi più alti perché sei in salvaguardia) per risorsa idrica che butti via!
Sul tema delle riparazioni, inoltre, ma a chi sembra logico che il soggetto deputato a distribuire l’acqua nei comuni non si adoperi per riparare le perdite che tolgono acqua ai cittadini?
Alto Calore ha fatto questo: non ha speso soldi, se non pochi spiccioli, per approvvigionare la risorsa idrica e ha chiesto ai cittadini di pagarla ugualmente. Anzi, l’avv. Lenzi ha pure detto che avrebbero dovuto pagarla di più (perché l’aumento previsto ha decorrenza dal 2025)!
- Cosa ha fatto l’avv. Lenzi per AUMENTARE GLI INCASSI E RECUPERARE I CREDITI?
Sul tema incassi, anticipiamo una facile risposta: qualcuno ci dice, sempre dalla cara contabilità di Alto Calore, che gli incassi 2025 stanno andando bene, almeno fino alla crisi idrica, visto che ad agosto si è avuta una flessione maggiore rispetto allo stesso mese dello scorso anno. E’ così ma non vi spiegano perché.
A inizio anno, con l’arrivo del Direttore Generale, che conosce bene la materia –sia pur beccato per qualche battuta infelice sul PIL pugliese,– sono stati messi in mora tutti gli utenti che avevano un debito minimo.
Questo ha generato un meccanismo di pagamento negli utenti che, per bloccare qualsiasi iniziativa verso il distacco dell’utenza, hanno pagato almeno le scadenze più recenti e, in genere, più basse nell’importo.
Se solleciti tutti, ottieni il pagamento immediato delle bollette più recenti e recuperi anche qualcosa di vecchio. Ma questi, lo sanno tutti, sono anche i crediti più facili da recuperare che non generano un meccanismo virtuoso che continua nel tempo ma, anzi, mettono un’ipoteca pesante sulle possibilità di recupero crediti future. Si tratta di un evento a sé stante che non è destinato a ripetersi.
Se nel 2025 ACS ha incassato circa € 5.000.000 di crediti pregressi, lo stesso non potrà accadere negli anni successivi perché chi poteva e voleva pagare lo ha già fatto. Quindi, bisogna avviare il vero RECUPERO CREDITI.
E anche qui l’avv. Lenzi ha brillato per inerzia e incapacità gestionale, avendo bloccato la riscossione tramite ruolo ovvero tramite Agenzia della Riscossione, che avrebbe avuto un costo basso e una resa importante.
E così, su consiglio di un legale, si è deciso di predisporre una gara per il recupero crediti attraverso un soggetto privato, dimenticando che, in passato, Alto Calore lo aveva già fatto con risultati risibili (percentuali di incasso tra il 3% e il 7% rispetto all’affidato – ossia, dati in recupero alla società esterna € 100.000 di crediti, ne sono stati incassati tra € 3.000 ed € 7.000).
Poi, non pago di tale scelta, SONO STATI AFFIDATI CIRCA 100 INCARICHI LEGALI per il recupero crediti di specifiche pratiche: quando c’è l’incasso, le competenze di questi 100 legali vengono pagate dagli utenti ma, quando l’azione è infruttuosa, le spese sono a carico di Alto Calore. 100 incarichi legali!
- Ma perché dimenticare il tema delle LETTURE DEI CONTATORI?
Sapete, miei cari lettori, che solo nel mese di agosto, poco prima dell’Assemblea dei Soci, il Direttore Generale si è battuto per far pubblicare la gara per affidare l’incarico di effettuare le letture? Sapete che dal marzo 2024 fino al luglio 2025, non c’era neanche un’ipotesi su come andare a fare le letture dei misuratori? Sapete che l’avv. Lenzi, anche in questo caso per inefficienza gestionale e per timore delle responsabilità, si è limitato a chiedere ai dipendenti interni se fossero disponibili a svolgere questa attività, ricevendo pochissime adesioni? Sapete cosa significa non leggere i contatori?
Ora ve lo spieghiamo bene: i consumi non letti vengono stimati e gli utenti pagano in base a un calcolo che tiene conto delle ultime due fatture emesse; va da sé che, se non leggi da anni, le ultime due fatture emesse sono esse stesse stimate e, quindi, inutili. Quando arriva una bolletta con un consumo stimato a casa degli utenti, se la cifra è bassa, anche se il contatore legge molto di più, è difficile che l’utente la faccia rettificare e, pertanto, paga meno di quanto ha consumato. Ciò soprattutto quando il cittadino sa che mai nessuno dell’Alto Calore verrà a leggere i contatori.
A questo aggiungiamo un dato: con la normativa vigente, se il gestore non viene a leggere i misuratori almeno ogni due anni, i consumi consuntivi vengono prescritti.
Chiarito il meccanismo, questo cosa significa? Vuol dire che l’immobilismo dell’avv. Lenzi potrebbe aver causato un danno economico ed erariale ad Alto Calore che va collegato alla mancata rilevazione dei consumi che sono andati prescritti entro due anni.
Dal punto di vista del bilancio e della consistenza dei crediti, oltre alla “violenta” svalutazione che già viene effettuata ogni anno, emerge che i crediti iscritti non sono veritieri e che lo sbilancio tra debiti e crediti è nettamente superiore rispetto a quello esposto nei documenti contabili.
Viene da chiedersi se, una volta affidata la gara che, giustamente e opportunamente, il Direttore Generale ha strenuamente voluto, non ci troveremo davanti a un altro BUCO DI BILANCIO, da compensare, semmai, con un altro aumento tariffario.
- E torniamo per un momento alla MANUTENZIONE DELLE RETI IDRICHE, a cui è collegata anche la questione delle progettazioni.
L’avv. Lenzi ha evitato di riparare le perdite, non spendendo i soldi necessari per farlo (e, allora, come ha fatto a non migliorare il bilancio?) e attendendo che l’acqua arrivasse miracolosamente nelle case della gente.
Quindi prima le riparazioni richieste dai singoli sindaci per tappare i buchi e poi i cittadini, ammansiti dai loro primi cittadini perché non protestino e accettino l’aumento della tariffa per un servizio che non viene reso.
Come dicevo, a questo punto si collega la questione delle progettazioni: ma sapete che, fatto salvo il vecchio Direttore Tecnico che si è licenziato per non avere più rapporti con questo management, nessuno in Alto Calore è in grado di predisporre una progettazione reale e concreta, ben fatta e rispettando i crismi di legge e tecnici? Sapete che il Direttore Generale, resosi conto della situazione, ha, come primissimo atto, smantellato l’Ufficio Progetti, che non aveva mai prodotto un solo elaborato approvato dalla Regione Campania? E sapete che, a fronte di questo fallimento gestionale, l’avv. Lenzi aveva chiesto ai Sindaci di indicare tecnici a cui affidare i progetti da redigere nei quali Alto Calore è, alternativamente, l’ente attuatore o il soggetto esecutore?
I consiglieri regionali hanno chiesto conto all’ormai passata governance di Alto Calore dei ritardi prodotti anche nelle progettazioni: ciò perché – e l’Avv. Lenzi non lo ha spiegato –, anche per quanto riguarda i finanziamenti dei progetti (per un totale di oltre 200 milioni di euro) che risolveranno nel corso degli anni la crisi idrica, le uniche fonti finanziarie sono state messe a disposizione dalla Regione Campania. Senza dire che i fondi PNRR sono un miraggio perché l’unico che aveva un progetto pronto per presentarlo nella prossima sessione di ottobre, il vecchio Direttore Tecnico, ripetiamo, ha preferito licenziarsi piuttosto che continuare a lavorare con questo management.
- In questo quadro a tinte fosche incombe il più grave dei problemi: L’AUMENTO DEI DEBITI.
E qui emerge ancora di più l’inefficiente gestione dell’avv. Lenzi: L’AUMENTO TARIFFARIO superiore rispetto a quello previsto dal piano di concordato SERVE A COPRIRE IL BUCO DI BILANCIO CHE QUESTA GESTIONE HA PRODOTTO NEL 2024 E NEL 2025.
Ripetiamo: L’AUMENTO TARIFFARIO PROPOSTO SI E’ RESO NECESSARIO E INDEROGABILE PER COPRIRE IL DEBITO CHE HA PRODOTTO LA GESTIONE LENZI E CHE PRIMA – DATI DI BILANCIO ALLA MANO – NON C’ERA IN QUESTE DIMENSIONI.
Il debito prededucibile – ovvero quello accumulato tra la data di presentazione della domanda di concordato (12/07/2022) e l’omologa (novembre 2024) – è passato da € 15.000.000 circa del 31.12.2023 ai circa € 45.000.000 di oggi (migliori informazioni sono state fornite dagli uffici della contabilità di Alto Calore) e, quindi, rivolgiamo la domanda a chi legge: secondo voi, l’aumento della tariffa di circa il 50% in 4 anni a cosa potrà mai servire?
Considerate che ACS fattura circa € 41.000.000 all’anno e, quindi, con la nuova tariffa si avrà un incremento di fatturato di circa € 4.000.000 nel 2025, circa € 4.500.000 nel 2026, circa 400.000 nel 2027 e, per finire, circa € 7.300.000 nel 2028, per un totale di € 16.000.000.
A queste somme vanno aggiunte quelle che, presumibilmente verranno recuperate tramite l’ERC, corrisposto dalla Regione Campania, pari ad altri circa € 16.000.000.
Il conto è presto fatto: € 30.000.000 di debito prededucibile, attribuibile per oltre 2/3 alla gestione Lenzi, da un lato e € 30.000.000 circa di ERC e aumenti tariffari, dall’altro.
- ADESSO TUTTI ATTENDONO SOLO LA CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA IL PRIMA POSSIBILE, evitando di continuare la solita sceneggiata con i balletti tragici della mala politica.
L’urgenza è dettata dalle iniziative da adottare subito per salvare Alto Calore e anche per evitare che, in caso di fallimento, si arrivi alla bancarotta, che coinvolgerebbe esclusivamente l’avv. Lenzi, ultimo Amministratore Unico successivamente all’omologa che, ricordiamo, ha ormai salvaguardato tutte le gestioni precedenti.
Pertanto rivolgiamo all’AVV. LENZI persona di assoluta rettitudine morale la richiesta di CONVOCARE IN UNA SETTIMANA L’ASSEMBLEA DEI SINDACI FACENDO APPELLO AL SUO SENSO DI RESPONSABILITA’.
SENZA TROVARE LA GIUSTIFICA CHE DEVE RIMANERE PER RISPETTARE GLI IMPEGNI CON LA SEZIONE FALLIMENTARE DEL TRIBUNALE! I GIUDICI CHIEDONO DA SEMPRE CHIAREZZA E MAI INCERTEZZA!
SIA UN UOMO RESPONSABILE E ABBANDONI DAVVERO, SENZA RICORRERE A MAGHEGGI E TRANELLI! SI COMPORTI COME HA DICHIARATO E LASCI SENZA SBATTERE LA PORTA.
ALTO CALORE NON PUO’ SOPPORTARE UN MESE DI (ULTERIORE) IMMOBILISMO, CON UN A.U. DIMEZZATO CHE PUO’ FARE SOLO L’ORDINARIA AMMINISTRAZIONE MENTRE BISOGNA PREPARARE IL PIANO DI RIPARTO E SOTTOSCRIVERE ACCORDI PER LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO CHE UN A.U. IN REGIME DI PROROGA NON PUO’ FIRMARE: QUI, AVV. LENZI, SI PARRA’ DI SUA NOBILITATE E SI VEDRA’ SE VUOLE DEFINITIVAMENTE AFFOSSARE ALTO CALORE OPPURE VUOLE ESSERE RESPONSABILE E NON BADARE ALLE ILLAZIONI CHE GIRANO SULLE PIAZZE DI CUI SI FACEVA CENNO NELLA PREMESSA
MISURI IL SUO VALORE SUI FATTI E NON SULLE PAROLE!
AL SUCCESSORE DAREMO TUTTA LA NOSTRA DISPONIBILITA’ a collaborare per porre rimedio a questa disastrosa gestione lasciata dal PREDECESSORE.
Intanto, in attesa di conoscere l’entità del bonus promesso dai consiglieri regionali Alaia e Petracca, ci permettiamo di riproporre ALCUNE SEMPLICI SOLUZIONI PER EVITARE IL FALLIMENTO
- AUMENTO TARIFFARIO DEL 3,5% PER IL PERIODO 2025/2029, come previsto dal Piano di Concordato. In tal modo, agli utenti verrebbe richiesta una partecipazione alla risoluzione della crisi di ACS, senza, però, che tutto il peso del debito sia scaricato sulla popolazione.
Sul tema, solo per un ulteriore chiarimento, si ricorda che ACS ha effettivamente l’obbligo di effettuare la predisposizione tariffaria allo scopo di evitare la riduzione d’ufficio della tariffa, secondo le vigenti disposizione ARERA ma, una volta conclusa l’istruttoria della pratica, l’Amministrazione può scegliere in quale percentuale incrementare la tariffa stessa tra il minimo e il massimo possibile secondo i calcoli fatti. NON SI CEDA ALLA MENZOGNA E NON SI CREDA CHE ACS ERA OBBLIGATA AD AUMENTARE LA TARIFFA DEL 50%: L’AVV. LENZI HA SCELTO IL MASSIMO DELLA TARIFFA APPLICABILE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER COPRIRE IL BUCO DI BILANCIO DA EGLI STESSO PRODOTTO.
Le sue dimissioni lo testimoniano.
- AUMENTO DI CAPITALE DI € 25.000.000, AD OPERA DEI COMUNI SOCI, anche attraverso meccanismi di compensazione del debito, per garantire alla Società la liquidità per far fronte al debito a breve-medio termine. Ciò tanto per rendere i Soci coinvolti nella salvaguardia di una loro partecipata quanto per evitare che, in caso di fallimento, vi sia interruzione del servizio idrico, perdita dei posti di lavoro e che i Comuni stessi, in virtù di quanto disposto dalla Legge Madia, non possano più partecipare ad alcuna Società esercente il SII.
L’ALTERNATIVA E’ CHE QUESTA RICAPITALIZZAZIONE AVVENGA CON I FONDI DI UN SOCIO PRIVATO.
I Sindaci scelgano se fare un sacrificio o perdere la gestione pubblica dell’acqua perché, è bene saperlo, un socio privato che metta capitali anche importanti in Alto Calore è dietro la porta e, al momento, senza l’aiuto delle Amministrazioni Comunali, non c’è alternativa.
- RIDUZIONE DELLA SPESA IN ALTO CALORE, IN PARTICOLARE CON L’APPLICAZIONE DEL FIS AI DIPENDENTI. Anche i lavoratori per tutelare il loro posto di lavoro devono fare un sacrificio. Al di là dello strumento tecnico, che sia il FIS o altro (gli accordi sindacali interni consentono, per legge, ampi margini di manovra in caso di crisi aziendale), i sindacati e i lavoratori non si arrocchino su posizioni di difesa che sono poco lungimiranti e, soprattutto, destinate a tracciare la strada per la disoccupazione. Anche i 280 dipendenti (il cui costo annuo totale supera 16 milioni di euro) partecipino a questo piano di risanamento che, inevitabilmente, porterà vantaggi a loro prima di ogni altro.
In conclusione ACCOGLIAMO LE DIMISSIONE CON LA SPERANZA CHE SI CAMBI ROTTA UNA VOLTA PER SEMPRE. ALLO STESSO TEMPO CHIEDIAMO DI ELEGGERE SUBITO UN AMMINISTRATORE UNICO CHE CONOSCA L’AZIENDA ED ABBIA LA CONSAPEVOLEZZA DEL PIANO DI CONCORDATO IN MODO DA RISOLLEVARE LE SORTI DI QUESTA DISGRAZIATA SOCIETA’.