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Avellino – Sarà il vescovo di Avellino, mons. Arturo Aiello, a presiedere domani, domenica 5 novembre alle ore 10 la celebrazione eucaristica nella cappella dell’Ospedale “Moscati” di Avellino.

Come da tradizione, in occasione dell’approssimarsi della festa liturgica di San Giuseppe Moscati, che ricorre il prossimo 16 novembre, il vescovo diocesano farà tappa all’ospedale per la “festa patronale” del nosocomio avellinese, celebrando la Santa Messa e facendo visita ai degenti ospiti della struttura di Contrada Amoretta.

Monsignor Aiello torna al “Moscati” a distanza di poche settimane: lo scorso 24 ottobre era intervenuto alla festa dell’Associazione Volontari Ospedalieri.

Il servizio di assistenza religiosa presso l’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” è svolto quotidianamente da due cappellani e circa venti volontari laici.

Di seguito, il messaggio del vescovo Arturo indirizzato al “Moscati” per l’occasione.

Carissimi,

in occasione della celebrazione eucaristica che vivrò con voi e per voi all’Ospedale “San Giuseppe Moscati” in Avellino mi premuro raggiungervi anche con questo messaggio.

Sono già stato in Codesta prestigiosa struttura, fiore all’occhiello del nostro territorio, in altre due occasioni e in visite private, ma ora sento il dovere di salutare e ringraziare il direttore generale e il direttore sanitario con i loro collaboratori, il corpo medico e paramedico, il personale amministrativo e di supporto per la cucina e le pulizie e tutto l’esercito di persone e competenze che sono a servizio dei malati che bussano alle porte dell’Ospedale in cerca di aiuto e di speranza. A ciascuno, dalle più alte competenze a quelle più semplici, il Vescovo chiede umilmente e con forza di offrire il proprio servizio con quel “plus di valore” che si chiama “umanità” e che rafforza e sostiene ogni diagnosi e terapia senza controindicazioni.

Mi rendo conto che il contatto diuturno con il limite e il dolore di pazienti e familiari non è facile e mette continuamente alla prova la stabilità del personale medico e paramedico, ma la posta in gioco è altissima e non ammette fughe dinnanzi all’invocazione di aiuto che chiede innanzitutto il supporto dello sguardo, dell’ascolto, del sorriso accogliente, dell’empatia. Il Vescovo accompagna con la preghiera e la benedizione la professionalità di ciascuno perché, oltre la semplice prestazione, ci sia l’incontro tra persone umane che hanno sempre qualcosa da scambiarsi anche laddove la scienza non abbia da offrire che cure palliative.

L’Azienda Ospedaliera “Moscati” è una cittadella del dolore, ma anche il luogo in cui tante persone cercano di essere “più grandi dell’amore”, mettendo a servizio tempo e competenze professionali, umanità e scientificità, efficienza e gratuità.

A Codesta cittadella volgo lo sguardo benedicente per malati e parenti, per medici, infermieri e ‘allievi infermieri’, per cuochi e volontari dell’AVO, per i volontari della Cappellania unitamente ai cappellani, per chi tutela i diritti del malato e per chi alla scrivania cura il settore amministrativo, per gli ‘operatori tecnici’ e chi si occupa delle fontane e del verde, e per chi in Pronto Soccorso vive, senza rete, la battaglia dell’angoscia e della speranza, della vita e della morte, del bisogno urgente e della pazienza, del silenzio e della parola che sana e che salva.

San Giuseppe Moscati che è stato eccellente medico e credente, professionista apprezzato e uomo attento ai poveri, interceda per noi tutti e ci ottenga la grazia di alleviare la fatica di vivere.