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Avellino – “L’Irpinia non abbocca” è lo slogan che ha unito quest’oggi la piazza di Avellino, invasa letteralmente da 1.000 Sardine irpine. In Piazza Garibaldi la manifestazione ha coinvolto praticamente tutti, dai politici in “borghese” agli esponenti dei movimenti studenteschi, ai più giovani che hanno deciso di passare un’ora di disobbedienza civile con i propri genitori. 

Si tratta della prima manifestazione in Irpinia contro il leader della Lega Matteo Salvini, in contemporanea con il medesimo movimento “ittico” di Benevento e 24 ore dopo quello di Napoli, che ha riunito in piazza Dante oltre 6.000 persone. Subito la piazza, che da sempre si è dichiarata apartitica, senza bandiere di appartenenza, ha intonato le note di “Bella Ciao” e ha cantato i testi degli Inti Illimani. Numerosi i cori contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni, colpevoli di utilizzare la questione meridionale a proprio piacimento per fini elettorali. 

Il finale è tutto dedicato all’interazione tra organizzatori e manifestanti, che hanno alzato simbolicamente al cielo le luci degli smartphone quasi come a dire “noi ci siamo e siamo uniti e compatti, nessuno ci fermerà”. Il movimento, nato a Bologna lo scorso 15 novembre da un’idea di quattro ragazzi durante un comizio di Matteo Salvini, ha portato in piazza tutto il disprezzo verso le politiche di destra. 

Ad Avellino un’attenzione particolare è stata data anche alla lotta alla mafia, incuneatasi nelle viscere della politica cittadina, come dimostra la recente vicenda del Clan Partenio. Ecco perché il movimento delle Sardine guarda oltre a Matteo Salvini e tende a radicarsi sul territorio, ponendosi come anticorpo alla vecchia politica. 

Un movimento che spiazza, perché non ha un capo, un movimento che riesce a mettere insieme più personalità, dal politico dem al collega pentastellato. La sua trasversalità ricorda i primi meeting di Beppe Grillo, anche se stiamo parlando di un movimento decisamente meno strutturato rispetto all’ora meetup dei 5 Stelle. Ora non sappiamo quanto e se resisteranno le Sardine, ma quello che possiamo ritenere importante è che finalmente è nato un movimento che abbandona il web e torna a parlare alla gente, provando a coinvolgerla attivamente. 

di Giuseppe Di Martino