“Con la pubblicazione degli incarichi di reggenza si cristallizza ancora una volta la condizione degli istituti scolastici irpini per l’anno 2025/26: nonostante le immissioni in ruolo da concorso 2011 e 2025 e i rientri per esecuzione di sentenze su mobilità interregionale il quadro non è per niente rassicurante: Avellino con 18 istituti in reggenza su 60 detiene un primato in Campania che davvero non vorremmo avere. Soprattutto perché ci sono comunità scolastiche prive di titolari, dirigenti scolastici e DSGA, da troppi anni ormai.
Se a questo fenomeno si aggiunge il disimpegno sulle aree interne del Governo secondo cui bisognerebbe accompagnare alcuni luoghi, quelli del decremento demografico, alla loro serena scomparsa, abbiamo il quadro preciso del ritirarsi senza precedenti dell’investimento pubblico su istruzione e servizi, pensiamo alla tanto declamata sussidiarietà orizzontale, soprattutto nel Mezzogiorno.
Prova ulteriore ne è la cronica insufficienza delle immissioni in ruolo in generale e su sostegno a fronte dell’enormità del numero di posti autorizzati su sostegno in organico di fatto.
Inoltre, il mancato adeguamento degli indici di calcolo del personale Ata rispetto alle esigenze degli istituti scolastici è vergognoso. La contrazione di organico ATA crea disagi e inadeguatezze senza precedenti: immaginare plessi di scuola primaria e di scuola dell’infanzia articolati su più piani con l’assegnazione di una sola unità di collaboratore scolastico rende il servizio scolastico non solo inadeguato ma proprio impossibile nelle basilari mansioni necessarie al buon funzionamento ma anche e soprattutto della sicurezza degli alunni.
L’insufficienza di organico ATA non è presente solo nell’assegnazione dei collaboratori scolastici ma, in misura ancor più evidente, nell’assegnazione del personale di segreteria. Personale che determina l’organizzazione interna delle strutture scolastiche: dalle mere comunicazioni genitori/scuola ai progetti, ai viaggi di istruzione, alla mole di adempimenti transitati nelle segreterie da enti come INPS. Il circuito scolastico è alla deriva ed a pagarne le spese sono i piccoli cittadini che la Scuola dovrebbe formare.
Il quadro è chiaro: il decremento demografico non costituirà l’occasione per restituire alle aree interne del Mezzogiorno quelle risorse sottratte che potrebbero costituire, invece, uno strumento di riscatto”.
Mariagrazia Caserta, Segretaria Generale FLC CGIL Avellino