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CONTRADA – Con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sui temi legati al valore educativo dello sport, al rispetto e al fair play, lunedì l’Accademia Pugilistica Contrada, presso la propria palestra, ha ospitato una delegazione dell’I.C. Giovanni XXII scuola secondaria di Sperone (AV), in un incontro-dibattito con il campione Carmine Tommasone. L’iniziativa, fortemente voluta dalla Contrada Boxing del Maestro Picariello e dalla Prof.ssa Venezia, ha visto la partecipazione di circa 50 alunni che hanno potuto così interagire e approfondire tematiche collegate al mondo del pugilato, facendo emergere aspetti e ideali legati alla “NOBLE ART”, nella quale non c’è spazio per violenza e bullismo.

Ad aprire i lavori il Sindaco di Contrada Dott.ssa Filomena Del Gaizo, sempre presente a tutte le manifestazioni organizzate dalla Accademia Pugilistica Contrada: “La boxe è uno sport auto-disciplinare con delle regole molto precise, capace di sviluppare onestà, lealtà e rispetto dell’avversario, principi questi fondamentali nelle prime fasi dell’età evolutiva, utili agli uomini e alle donne di domani”.

Parola poi al Maestro Michele Picariello: “Il pugilato è uno sport fatto di disciplina ferrea, a partire dall’allenamento che richiede sacrificio e impegno, e di rispetto per l’avversario. Sul ring non si fa a botte, ma ci si affronta senza colpi bassi e senza infierire e sbeffeggiare l’avversario; il bello è che chi non rispetta le regole è fuori anche se, nella vita, accade il contrario e c’è chi fa il furbo e sceglie scorciatoie; qui bisogna saper vincere e ancora di più saper perdere perché può esserci sempre qualcuno più forte di te; dopo una sconfitta c’è sempre un’altra occasione per tornare a vincere. Da sempre, i ragazzi maggiormente esposti al rischio di pericolose condotte hanno la possibilità di essere ospitati, di integrarsi ed allenarsi a costo zero nella palestra di Contrada”.

Ha preso la parola anche il direttore Sportivo Federico Iannaccone: “La nobile arte contro il bullismo? La boxe migliora il rapporto con gli altri: si impara così a riconoscere e difendersi al meglio dai fenomeni negativi, lo scopo non è di insegnare offesa o aggressione fisica, ma piuttosto il rafforzamento della stima di sé e miglioramento personale. Nel pugilato, che è comunque uno sport in cui si combatte, le regole ci sono e c’è un grande rispetto per l’avversario; è il contrario della violenza, poiché insegna ai pugili ad essere uomini e a convivere pacificamente con gli altri. Si insegna ai ragazzi il rispetto per l’autorità, il sacrificio del lavoro in palestra ed in altri luoghi, la voglia di superare i propri limiti e soprattutto ad impiegare le proprie capacità fisiche e psicologiche al servizio di qualche buona causa piuttosto per intimorire qualche altro ragazzo”.

Le conclusioni affidate al Campione Carmine Tommasone: “Lo sport è salute, è disciplina, è saper soffrire, è amicizia, è costruzione delle regole: in una società dove le regole faticano a farsi rispettare sia nei contesti educativi (scuola, famiglia, ecc.) che al di fuori, quello sportivo è forse l’unico ambito in cui le regole sono insindacabili, perché per poter far parte del gioco è esclusivo apprendere a priori ciò che si può e ciò che non si deve fare. Lo sport può essere anche una grande occasione per affrontare temi importanti e, vissuto in modo sano ed equilibrato, è anche un naturale antidoto contro le peggiori forme di violenza. Spesso chi subisce una violenza vive nell’isolamento e nella paura per cui fare iniziative coinvolgendo studenti, insegnanti e genitori aiuta tutti a riconoscere importanti campanelli d’allarme che possono contribuire a salvare una vittima”.