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Avellino – “Sono passati 42 anni da quel 23 novembre del 1980. Un giorno drammatico per le comunità di Avellino e dell’Irpinia tutta. Nessuno potrà mai dimenticare quei 90 secondi di terrore e paura che stravolsero le nostre esistenze, scuotendo fino alle fondamenta la nostra vita, squassando nel profondo le nostre case. Ed io, guardando la Torre dell’Orologio, faro identitario della mia città e simbolo per un’intera comunità che fu in grado di rialzarsi dalle macerie, non voglio dimenticare”. Così un lungo post il sindaco di Avellino, Gianluca Festa.

“A distanza di 42 anni, molte, troppe, ferite di quel sisma sono ancora presenti nella carne viva della nostra comunità, nell’assetto urbano della nostra città. E ci ricordano cosa è accaduto quella sera quando le lancette dell’orologio si fermarono sulle 19:34

In mezzo a tante difficoltà, insieme alla mia giunta, questa amministrazione si è data un obiettivo ben preciso: suturare quelle ferite, ricucire quegli strappi e permettere alla comunità di mettersi alle spalle quel terribile giorno.

Al di là del nostro impegno, al di là dei tanti ritardi accumulati negli anni passati, oggi, però, il mio cuore di sindaco non può che tornare al ricordo e al dolore di quei tanti avellinesi ed irpini che persero la vita quella notte. Con la consapevolezza che occorrerà puntare sempre di più sulla messa in sicurezza di un territorio fragile, sulla prevenzione di questi eventi, per fare in modo che una simile sciagura non possa accadere mai più. E con altrettanta consapevolezza abbiamo il dovere di trasferire alle nuove generazioni il coraggio, la dignità e la forza d’animo che permise alla nostra comunità di rimettersi in piedi, di riprendersi dal terremoto.

Per questo, davanti la Torre simbolo di Avellino, auguro a tutti voi un buon 23 novembre. Che sia il giorno della rinascita, della ripresa, del coraggio e della dignità per tutti gli avellinesi”.

Terremoto Irpinia 1980, 42 anni dopo tante ferite ancora aperte