- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

 Avvicinare ed educare i bambini e gli adolescenti al mondo dell’arte attraverso il teatro e i molteplici linguaggi che esso contiene. È questa la missione de Le belle stagioni di Hypokritès Teatro Studio, in scena domani giovedì 5 marzo, ore 19, al Palazzo Ducale di Solofra (AV) nell’ambito di Quartieri di vita, il Festival di teatro sociale diretto da Ruggero Cappuccio e realizzato dalla Fondazione Campania dei Festival. Il precipitato scenico è l’esito del laboratorio a cura di Enzo Marangelo, un progetto realizzato insieme all’Istituto Comprensivo “F. Guarini” e il suo coro delle voci bianche, al quale hanno preso parte bambini di età compresa tra gli 8 e i 16 anni. A rotazione, i giovani interpreti parteciperanno a un gioco teatrale che li coinvolgerà in azioni teatrali, musicali e canore.

Le “belle stagioni” perché da una parte vi è la bellezza di una stagione della vita, la più promettente, quella dell’infanzia e della giovinezza; dall’altra, ci sono le stagioni climatiche che i bambini sono chiamati a interpretare, rendendole affascinanti. E poi c’è ancora un’altra bellezza, quella dei diversi linguaggi artistici con cui i piccoli interpreti si sono confrontati durante il laboratorio condotto da Enzo Marangelo, assistito alla regia da Piera De Piano. In scena, quindi, le stagioni musicate da Vivaldi: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. Su basi musicali classiche, i Maestri del Coro delle voci bianche “F. Guarini” dirigeranno i bambini che interagiranno con la musica, attraverso il suono di strumenti musicali percussivi come Tamburi, Legni, Metalli (triangoli e campanelli), ma anche con il canto e altri linguaggi sonori prodotti con l’uso del corpo, grazie al lavoro dei direttori del coro Nico D’Alessio (anche chitarrista) e Ginevra Del Vacchio (anche pianista).

Le stagioni si vivranno attraverso un accadimento scenico che si esprimerà con la musica, con il linguaggio verbale, dalla recitazione al canto, con il linguaggio del corpo e con quello sonoro. «Tutto sotto il profilo della leggerezza, l’ironia e il gioco creativo – raccomanda Hypokritès Teatro Studio – con lo scopo di introdurre i bambini ai principi basilari del teatro: lo spazio scenico, la storia narrata dall’attore e il pubblico. Lavorare con i più piccoli è un’azione di cura nei confronti di una fascia d’età di per sé più fragile e più bisognosa di attenzione. L’arte ha il grande privilegio di saper rendere più consapevoli e aperti alla conoscenza e a una migliore capacità relazionale. Saper stare in scena, ad esempio, è apertura verso l’altro, verso la comunità rappresentata dal pubblico presente in sala».