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La gara per eccellenza, quella contro il tempo, quella contro se stessi è un vero gioco di coppia. Si, proprio così, un gioco a due, tra cuore e velocità, è ciò che distingue questa prova regina contro i millesimi di secondo. Oltre alla preparazione meticolosa del fisico, dell’attrezzatura, la cura dei particolari, la posizione in bici a volte molto esasperata e l’assetto giusto per il percorso da affrontare, ci sono proprio cuore e velocità. Sono tanti gli ingredienti dei quali tener conto in questa disciplina ciclistica, ma la base è tutta lì: fare quel percorso nel minor tempo possibile, quindi, alla maggiore velocità sviluppabile in relazione al proprio grado di disabilità. Pensare che la crono sia una gara più abbordabile delle altre è riduttivo. È una gara corta, una pistolata al petto in cui dover dare tutto, centellinando in ogni respiro, ogni  battito. Nella giornata di domenica 11 luglio e nell’afa umida dei 65 metri di altitudine di Prato (PO) in Toscana, si è svolto il Campionato Italiano Paraolimpico Individuale a Cronometro o ITT (Individual TimeTrial).

Il circuito cittadino di 5,3 Km ben studiato e per metà in lieve salita, ha visto ben 130 atleti contendersi, ad ognuno per la propria categoria e relativo numero di giri, i 25 titoli Tricolore in palio. La partenza, scandita dai continui conto alla rovescia, ognuno da sessanta secondi, in cui trovare concentrazione, adrenalina e mantenimento dello stato di attivazione, lanciava gli atleti nel proprio sogno dorato italiano. Il lungo rettilineo di Via Giuseppe Valentini, le svolte abbastanza tecniche, scavalcavano il fiume Bisenzio per due volte, formando quasi un quadrilatero tra le vie del centro città ( Via Firenze, Repubblica e Zarini), puntinato da svariate rototorie ad aumentarne le difficoltà intrinseche de percorso. Lucia ha avuto il suo start alle 11:37:00, il suo minuto di respirazione, di contatto e ricerca dell’io profondo, per vivere appieno il qui ed ora. Ha chiuso la sua performance con 35,00 Kmh medi sui 16 km percorsi (3 giri). Una prova dai risultati di tutto rispetto, anche a livello internazionale, per l’atleta appartenente alla categoria WC3: (Woman Ciclyng 3). Lucia Nobis della ASD ANMIL SPORT ITALIA, ciclista affetta da Sclerosi Multipla RR, ha incontrato la bici da corsa, proprio l’indomani della sua diagnosi. “Con il mio piccolo esempio di atleta e di psicologa dello sport impegnata profondamente a 360 gradi nel settore, voglio comunicare che una malattia, un trauma, non portano in sé solo difficoltà, ma che con la giusta mentalità aprono a diverse opportunità da sfruttare e vivere appieno. Con il massimo rispetto e con la dovuta delicatezza, posso affermare che quelle difficoltà esisitono veramente, sono tante, da sembare, a volte, praticamente insormontabili. Tuttavia, possono essere tenute sottocontrollo dalla forza di volontà, al finedi sfruttare al meglio le proprie capacità residue, farle brillare e, perché no, farle divenire il mezzo attraverso cui realizzare. i propri sogni”.

“Intanto ringrazio profondamente la mia squadra Anmil Sport Italia, il mio preparatore Dott. Giuseppe di Micco, Obiettivo3 e Cicli Liotto che insieme a mio marito Albino Moscariello, hanno reso possibile la realizzazione di questi primiimportanti traguardi. Per il futuro, vado incontro al mio tempo, puntandofortemente alla maglia azzurra, ed al confronto con le mie colleghe a livello internazionale. Atleteappartenenti ad un mondo così vasto che allo stesso tempo, diviene così piccolo, in cui le distanze legano sogni, diversi tra loro, ma tutti fortemente degni di essere vissuti fino al traguardo dell’ultimo battito di cuore, fino all’ultimo respiro. A loro tutte, ma soprattutto alle mie “compagne,italiane in battaglia per le paralimpiadi”, và il mio buon viaggio verso Tokyo, in bocca al lupo ragazze, faccio il tifo per voi.