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Paola Landolfi ha 52 anni. Lavora come amministrativa all’università di Salerno, al dipartimento di Ingegneria civile. Sta facendo una settimana Erasmus di staff training all’università di Lisbona e con lei c’è il figlio Giuseppe, 13 anni.

 Nel tempo libero visita la capitale portoghese con il figlio. E sarebbe dovuta salire sulla funicolare dell’Elevador da Gloria, collassata nel tardo pomeriggio del 3 settembre:  la Protezione civile di Lisbona parla di 17 morti e 21 feriti, tra cui 11 stranieri. Per quanto riguarda la nazionalità dei feriti, si sa che c’è solo una ferita italiana originaria dell’Aquila.

Quindi Paola che ha affidato alle colonne de Il Corriere della Sera il suo racconto. Si è trattenuta nelle vicinanze del capolinea, all’Hard Rock Cafè, per accontentare il figlio 13enne. “Appena siamo arrivati al punto di partenza, abbiamo visto arrivare vigili del fuoco, polizia…il mezzo si era appena schiantato sul palazzo. Siamo rimasti bloccati dalle transenne, abbiamo visto che tiravano fuori i corpi dalle lamiere…una scena terribile. Non credo riprenderò mai più la funicolare in vita mia”.

In quegli anni il primo pensiero di Paola è andato subito ai familiari che sapevano della sua visita a Lisbona: «Ho avvisato subito mia madre, poi ho scritto un post su Facebook per rassicurare tutti gli amici che mi chiedevano notizie». E ora la sua foto profilo sul social network mostra un’immagine commemorativa delle vittime dello schianto. 

Salva per miracolo, arrivato non a caso: “Credo che mio padre, che non c’è più, mi abbia protetta dal cielo”.