«In merito alle notizie pubblicate in questi giorni da alcune testate giornalistiche e trasmesse in servizi televisivi locali riguardo alla stagione teatrale del Teatro “Carlo Gesualdo”, sento il dovere, con rispetto e senso di responsabilità, di offrire alcune precisazioni doverose».
Rispetto ai presunti 500.000 euro di spesa e sull’“insostenibilità economica” della stagione teatrale voglio chiarire che era invece pienamente sostenibile e che avrebbe prodotto utili. I numeri parlano chiaro: la stagione teatrale 2025-2026 era stata presentata con un costo complessivo, fino al 31 dicembre, pari a 260.000 euro, interamente coperti dai fondi POC Cultura della Regione Campania (pari a 250.000 euro) e per la parte restante coperta senza difficoltà dagli incassi previsti. Per il periodo successivo (gennaio–aprile 2026), erano previsti ulteriori 260.000 euro di costi, anch’essi coperti dagli incassi previsti, per un costo complessivo stagionale di circa 520.000 euro, con un risparmio di circa 200.000 euro rispetto alle stagioni precedenti. Conosco bene questi numeri, perché li ho personalmente relazionati al Dirigente Finanze del Comune.
Anche nella più improbabile delle ipotesi, cioè che gli incassi non fossero arrivati come previsto, – continua – saremmo comunque stati in grado di coprire l’intera differenza grazie ai fondi POC 2026, già destinati ad attività culturali.
Nessuna spesa, insomma, sarebbe ricaduta sulle casse comunali. Abbiamo stimato, sulla base dei grandi nomi in cartellone, incassi complessivi tra biglietti e abbonamenti, pari a circa 700.000 euro. Quest’anno, avevamo costruito una stagione sostenibile, in grado non solo di coprire tutte le spese, ma anche di generare un utile per le casse del Comune.
Quanto agli eventi che sarebbero stati salvati ed ai presunti costi dei tre spettacoli coperti dal Poc (Frida, Divina Commedia, Baglioni). Mi preme chiarire diversi aspetti. Frida, Divina Commedia e Baglioni non costavano nulla al Comune. Si è detto che la stagione verrà ridotta a soli tre eventi: Frida Kahlo, Divina Commedia e il concerto di Baglioni, grazie ai fondi POC della Regione. Ma questa informazione è del tutto infondata: nessuno di questi eventi ha costi a carico del Comune. ”Frida Kahlo”, infatti, rientra in una prestigiosa collaborazione culturale costruita dalla Sindaca Laura Nargi insieme all’Ambasciata del Messico. In cambio della concessione gratuita del teatro per un mese, il Comune riceve tre spettacoli gratuiti, i cui incassi sono integralmente destinati al teatro. “La Divina Commedia” è realizzata dalla stessa produzione di Frida: nessun costo per l’Amministrazione, con guadagno diretto per il teatro (20% degli incassi, con l’80% al produttore). Il concerto di Claudio Baglioni, invece, è un evento privato. Il teatro è stato affittato dalla produzione, e l’unico effetto per il Comune è un’entrata economica diretta. Questo spettacolo non fa parte della stagione teatrale comunale e non comporta alcuna spesa. Pertanto, nessuno di questi tre eventi può essere incluso tra quelli finanziati con i fondi POC, perché non hanno costi.
In relazione al fatto che i contratti non sarebbero stati firmati prima della presentazione della stagione, va evidenziato che anche questa informazione, purtroppo, è profondamente distorta. Tutti gli artisti erano stati autorizzati a comparire nella presentazione del cartellone da parte delle loro agenzie ufficiali. Nomi, fotografie, materiali e comunicazioni sono stati approvati e forniti direttamente dalle produzioni degli artisti. È bene chiarire, infatti, che nei teatri gestiti da enti pubblici, è prassi consolidata firmare i contratti in prossimità delle date degli spettacoli. Questo avviene da anni, anche ad Avellino, e nessuno ha mai sollevato obiezioni in passato. Non vi è stata alcuna irregolarità, né anomalia. Tutto è avvenuto secondo le regole, nella massima correttezza.
Spiace constatare che si stia cercando di trasformare un progetto serio, concreto e sostenibile in un bersaglio ideologico, all’interno di una narrazione che tende a dipingere ogni iniziativa culturale come uno spreco o un capriccio. Stiamo vivendo un tempo in cui pare che la cultura debba sempre giustificarsi, e ogni slancio venga frenato da una austerità di pensiero, che finisce per impoverire non solo i bilanci, ma anche lo spirito di una comunità. Come cittadino, prima ancora che come ex assessore, non posso che provare amarezza nel vedere una città privata di una stagione teatrale già pronta, coperta in ogni sua voce, e capace di generare benefici culturali ed economici.
Chi ha ricoperto un ruolo pubblico, anche se per un brevissimo periodo, ha il dovere della chiarezza e della responsabilità. Personalmente, ho lavorato con trasparenza, con impegno, e con passione. Non per costruirmi un futuro politico, ma per dare qualcosa al presente della città in cui ho scelto di vivere».