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La trasferta di Carrara sarà diversa da tutte le altre. Non tanto per la partita, che rappresenta comunque un test importante per l’Avellino di Raffaele Biancolino, quanto per la questione più spinosa: l’accesso allo stadio “Dei Marmi”. La casa della Carrarese, con una capienza complessiva di 5.500 posti, riserverà soltanto 620 tagliandi al settore ospiti (già completamente sold out), un numero che non rende giustizia alla reale portata del tifo biancoverde in giro per l’Italia.

Chi conosce la passione dei sostenitori irpini sa bene che si tratta di una goccia in mezzo al mare. Non è un caso che già all’esordio di Frosinone, al “Benito Stirpe”, l’Avellino si fosse presentato con oltre tremila presenze, trasformando lo stadio in una festa biancoverde. Lo stesso copione si era ripetuto poche settimane dopo a Modena, con quasi duemila tifosi assiepati al “Braglia”. L’onda biancoverde era pronta a travolgere anche Carrara, ma stavolta è stata fermata dalle decisioni del Gos.

Le misure restrittive parlano chiaro: biglietti del settore ospiti disponibili solo per i residenti in Campania; accesso agli altri settori riservato esclusivamente agli abitanti della provincia di Massa Carrara. Una doppia limitazione che ha tagliato fuori l’ampia comunità di irpini del Nord, da sempre protagonista delle trasferte più lunghe e complicate. Per loro la partita in Toscana rappresentava un’occasione irripetibile di riabbracciare la propria squadra, ma le norme di sicurezza hanno chiuso ogni possibilità.

Il malumore corre veloce sui social: tanti gruppi organizzati lamentano una disparità di trattamento rispetto ad altri club cadetti che in stadi simili hanno avuto a disposizione più posti. La sensazione è che la Serie B stia diventando un campionato a due velocità: da un lato il richiamo crescente del pubblico, dall’altro una gestione delle trasferte che troppo spesso si traduce in barriere e limitazioni.

Un provvedimento che fa il paio con quello adottato una settimana fa per SüdtirolPalermo, quando ai tifosi rosanero venne imposto il divieto di assistere alla gara del “Druso” di Bolzano.

Due episodi diversi ma simili nella sostanza: la linea scelta dagli organi di sicurezza sembra privilegiare la logica del divieto rispetto a quella della gestione. E così, paradossalmente, vengono punite proprio le tifoserie che portano numeri importanti, entusiasmo e spettacolo in giro per l’Italia.