“Disarmiamo le anime dei nostri figli per disarmare le mani dei criminali”. L’appello della mamma di Roberto Bembo, giovane ucciso proprio per mano della criminalità, cristallizza il senso della marcia tenuta da Piazza libertà di Avellino fino ai quartieri di Rione Mazzini e San Tommaso, cuore degli ultimi gravissimi episodi avvenuti nel capoluogo e non solo negli ultimi mesi.
No all’illegalità, si alla giustizia sociale, una delle frasi incise sugli striscioni che hanno accompagnato la marcia che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, rappresentanti sindacali oltre che del mondo dell’associazionalismo, e qualche esponente politico degli schieramenti di centrosinistra.
Una marcia che non vuole essere un episodio singolo, ma apripista della costruzione di spazio permanente di partecipazione, in cui cittadini, associazioni, scuole, comunità migranti, lavoratori, imprese e istituzioni si uniscano per disarmare la violenza e liberare energie positive.
Lungo il tragitto si grida alla necessità di una città più giusta, inclusiva e sicura dove invece imperano episodi di ogni genere, dall’usura, alle estorsioni sino all’utilizzo indiscriminato delle armi.
Lo dice con forza Davide Perrotta di Libera Avellino, associazione tra le promotrici dell’iniziativa: “Vogliamo costruire una città diversa, una città che non abbia le armi come modello o strumento di risoluzione dei conflitti. Vogliamo una città in cui i giovani non possano in alcun modo essere affascinati dal modello delle armi o della violenza, ma che vivano la comunità in maniera diversa, attraverso un modello di società sana, di socialità e aggregazione“.
Il tema dell’educazione e della responsabilità civica è stato richiamato da Manuela Muscetta, della rete di Libera docenti: “Noi docenti abbiamo cercato di creare un coordinamento provinciale di insegnanti che hanno a cuore i temi della responsabilità civica e della qualità della vita. Pensiamo infatti che i nostri ragazzi abbiano un forte bisogno di comprendere cosa significhi vivere il territorio, anche attraverso manifestazioni collettive.