- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Abu ha una storia da raccontare nonostante i suoi 19 anni, compiuti una settimana fa. E’ la vicenda di tanti ragazzi, che sbarcano nel nostro paese, scaraventati poi da una parte all’altra dello stivale. Abu Sheriff ha avuto una grande fortuna: nella sua valigia, in un angolo o in una tasca, ha custodito e portato con sè il talento calcistico. Per il momento nulla a che vedere con i top player del calcio mondiale, ma a 19 anni il futuro è tutto da scrivere. Abu è da tre anni in Italia, lo Sprar di Circello lo ha accolto a braccia aperte, la gente del posto lo ha praticamente adottato. Galeotto fu un torneo di calcetto: giocate d’alta scuola, gol a grappoli. Subito gli occhi addosso del presidente della Juventina Circello, Petriella che lo ha affidato ad un altro padre putativo, il mister Leo Martone.

Ultima stagione con venti reti a referto, in campo una costante spina nel fianco per gli avversari. A giugno altro evento galeotto: un ‘friendly match’ in terra napoletana, viene notato dai dirigenti dell’Afro Napoli United, compagine in grande ascesa con una chiara mission: integrazione, con tanto di risultati sportivi (in pochi anni dai campionati Aics all’Eccellenza). Due caps già in campionato dopo tre gare e futuro calcistico tutto da scrivere. 

Ha carattere Abu, non potrebbe essere diversamente per un ragazzo che in diciannove anni ne ha già viste tante: “Sono nato in Sierra Leone, mi sono trovato catapultato in Italia e dopo essere passato per Palermo e Reggio Calabria, ho trovato dimora fissa a Circello. Sono stato bene calcisticamente e con la gente del posto che mi hanno fatto sentire un loro figlio”. 

A giugno, tramite una partitella organizzata a Napoli dallo Sprar di Colle Sannita e Circello, ho avuto la possibilità di mettermi in mostra e di catturare l’attenzione dell’Afro Napoli. Non mi aspettavo questo grande passo dalla seconda all’eccellenza, poi a metà luglio è arrivata improvvisamente la chiamata e sono subito partito per il ritiro. È stata una bella cosa, inaspettata, che mi ha permesso di inseguire il mio sogno”.

Una bella storia calcistica, ma un cammino lungo e tortuoso per arrivare in Italia: “E’ stata dura sbarcare, come per tutti d’altronde. Ho impiegato molto tempo, con i soliti viaggi della speranza. Sono partito dalla Sierra Leone, per passare attraverso la Guinea e poi giungere dopo tanti e lunghi giorni in Italia, precisamente in Sicilia. Però prima di arrivare a Circello, ho girovagato un bel po’ tra Guinea, Guinea Bissau, Mali, Burkina Faso,  Niger e Libia”.

Tante peripezie, numerosi luoghi, tante persone conosciute: chi vuoi ringraziare? “Il mio grazie – ha concluso Abu Sheriff – va a tutti gli operatori dello Sprar di Circello, tutta la comunità circellese, i ragazzi che mi hanno accolto nella squadra e mi hanno fatto sentire importante e soprattutto mi hanno aiutato a crescere. In particolar modo Sanna Conteh, un fratello per me, che mi è stato sempre vicino e poi il presidente Paolo Petriella, che mi ha permesso di inseguire il mio sogno: giocare un giorno in serie A e seguire le orme di Dele Alli, il mio esempio”.