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Un passo avanti. Ma non così in avanti come ci si aspettava alla vigilia.

A Caserta, presso la sede del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, si sono confrontati questa mattina i rappresentanti di Alto Calore e Acquedotto Pugliese e delle regioni Campania e Puglia per definire un nuovo accordo sull’utilizzo delle acque della fonte di Cassano, dopo quelli già stipulati nel 2012 e nello scorso giugno.

Chiedevamo 900 litri al secondo per l’Irpinia e il Sannio – racconta a margine della riunione Lello De Stefano, presidente dell’Alto Calore spa –. La mediazione con le esigenze pugliesi ha determinato una intesa su 850 litri. Parliamo comunque di 100 litri al secondo in più rispetto all’attuale dotazione ed è questo un fatto importante, positivo. Diciamo che le difficoltà, rispetto a quello che è il nostro fabbisogno, restano ma diminuiscono”.

Si tratta di una intesa temporanea, valida per questo periodo di emergenza con le parti che torneranno a riunirsi tra quindici giorni. Una intesa che soddisfa ma non del tutto De Stefano.

“Resta sullo sfondo il problema della distribuzione dell’acqua tra Campania e Puglia. Come Irpinia e Sannio diamo alla Puglia, ma anche a Napoli, centinaia di milioni di metri cubi di acqua e soffriamo le chiusure notturne e le contraddizioni di una rete che perde oltre il 50% dell’acqua erogata”.

Per farla breve – commenta ancora il presidente dell’Alto Calore: “Resta per i comuni irpini e sanniti l’esigenza di una maggiore dotazione dalla fonte centrale che è quella di Cassano”.

La sintesi, comunque, è tutta nelle conclusioni di De Stefano: “Dopo un secolo, la Puglia paradossalmente ci concede un pezzo della nostra acqua