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Come anticipato nell‘articolo di addio, Michele Verderame e il Sannio hanno avuto un legame particolare. Come quello con Antonio De Lucia che ha goduto prima delle prestazioni sportive del cestista, poi della grande umanità e ospitalità dimostrata quando la famiglia De Lucia villeggiava presso la struttura di Verderame a Peschici. A Michele è indirizzata questo meraviglioso ricordo:

“Caro Direttore,

ho letto il tuo articolo sulla scomparsa di Michele Verderame e permettimi una chiosa.

ho appreso, e così la mia Famiglia, con sincero dolore la notizia della scomparsa del caro Michele Verderame, cui hai voluto dedicare un commosso ricordo.

Il ricordo affettuoso di quel gigante è dovuto al fatto che per anni e anni abbiamo trascorso le vacanze nella splendida Peschici (FG), ospiti dell’Albergo-Ristorante a conduzione familiare “la Collinetta”, che si trova sulla litoranea per Vieste appunto sulla collina che domina quel meraviglioso angolo di Gargano.

C’era Michele che serviva ai tavoli; il suo ottimo papà, che andava tutti i giorni di primo mattino al mercato del pesce e dell’ortofrutta; c’era la mamma (una vera Masterchef – altro che quelle che circolano su tutti i canali televisivi); c’era il fratello; c’era soprattutto ettari meravigliosi di pineta, di fiori, di silenzio, di profumi che circondavano quel piccolo angolo di paradiso .

Io avevo conosciuto Michele quale giocatore di basket della squadra beneventana, che poi avrebbe raggiunto traguardi straordinari a li vello nazionale, ma sapevo solo che genericamente era pugliese, e del resto a Peschici non ero mai stato, così come mai ero stato sul Gargano.

Fu un amico nei primi anni Novanta ad indicarmi per le vacanze sia l’Albergo – Ristorante “La Collinetta”, sia la stessa Peschici; quasi, contemporaneamente, poi il sommo Gianni Mura, editorialista sportivo de “La Repubblica”, scrisse benissimo di quella cucina sul Gargano. Insomma, andai per la prima volta a Peschici con la Famiglia e alcuni amici.

Fui naturalmente subito colpito dalla presenza di Michele che finalmente ricollegai ai suoi trascorsi beneventani, cosa che del resto a lui faceva assolutamente piacere. Peraltro, il suo papà, che ogni tanto veniva a trovarlo nel Sannio quando vi giocava, si era innamorato della qualità dei nostri vini e ne aveva fatto una buona ordinazione per il Ristorante: ebbene, quelle bottiglie erano finite in un batter d’occhio ed il cruccio del ristoratore era che non era riuscito ad acquistarne ulteriori quantitativi da portare ai tavoli, tanto che mi riferì di rimostranze da parte di qualche cliente di tutta Italia che aveva avuto la fortuna di assaggiare quei bianchi e quei rossi.

Riferii tutto ciò nel corso di una Conferenza Stampa organizzata a Torrecuso per la tradizionale Sagra dell’Aglianico e gli Organizzatori mi assicurarono di aver preso nota della segnalazione. E pensare che a quel tempo i nostri vini non erano ancora entrati ufficialmente nell’Olimpo enologico nazionale: insomma, Verderame, per il Sannio, oltre che a fare stoppate e canestri, ha contribuito a farne conoscere fuori dai confini locali le eccellenze della produzione vitivinicola (storicamente bistratta ed umiliata).

Ma sono tanti i ricordi di quegli anni di vacanza e la nostalgia finisce con l’azzannare alla gola tanto che le parole per descrivere quei momenti belli presso “La Collinetta” non ne trovo.

Ma di due fatti riesco a scriverne: il primo fu il colpo durissimo per la Famiglia Verderame e cioé la scomparsa prematura di quella straordinaria donna-chef; il secondo fu il terribile incendio che devastò nel luglio del 2007 proprio Peschici e la costa garganica almeno fino alle pineta della Baia di Manaccora, dove centinaia di bagnanti furono salvati dai lunghi barconi delle escursioni giornaliere sulla costa.

Eravamo stati ospiti della “Collinetta” fino ad un giorno prima: c’era già un vento teso, lo stesso che indubbiamente favorì il propagarsi delle fiamme divampante sul versante del Collinetta che guarda Rodi. Quando apprendiamo del disastro, ci si strinse il cuore per l’attentato a tante vite e per lo scempio del meraviglioso paesaggio. Presi il telefono per chiamare “La Collinetta”: mi rispose proprio Michele. Non sapeva assolutamente dire come avevano fatto a salvarsi e come l’incendio non avesse distrutto l’Albergo. Posso giurare che piangeva: quell’omaccione di oltre due metri era infatti una persona molto sensibile e di cuore, capace di slanci emotivi forti e di grandi amicizie. Per via della mole era difficile abbracciarlo ed anche imbarazzante perché lui doveva abbassarsi e tu alzarti in punta di piedi con un risultato comico per chi guardava: ma, nonostante questo, non ne poteva fare a meno.

L’ultima volta l’ho fatto il 24 luglio 2023″.

Antonio De Lucia