Mario Pedicini lo definì il sindaco dei record. E ci scrisse un libro, pubblicato nel 2021. A tutti, Pietrantonio ha lasciato un ricordo ed è così che vogliono ricordarlo:
“Ho appreso con costernazione e anche con profonda commozione della dipartita di Antonio Pietrantonio. I ricordi che mi legano a lui, in nome di un’amicizia e di una militanza politica comune, sono numerosi. Eravamo, ricordo, un gruppetto di giovani, sognatori e volenterosi, che coltivavano il desiderio e la volontà di impegno sociale e politico incardinato sui valori cattolici. Tutti laureati in filosofia, cominciammo, ricordo, con la lettura dei testi conciliari, studiavamo la dottrina sociale della Chiesa e i grandi nomi della cultura di impronta cristiana, da Sturzo a Maritain. Poi l’impegno civile. Io fui scelto per il percorso di natura più puramente politica e parlamentare, Antonio si dedicò al taglio amministrativo e riuscì benissimo. Fece il Sindaco di Benevento per un decennio con risultati importantissimi e come ho avuto già modo di dire ne ho raccolto il testimone con piacere. Un abbraccio enorme e affettuoso alla sua famiglia”, lo scrive in una nota il sindaco di Benevento Clemente Mastella
Presidente della Provincia di Benevento Nino Lombardi ha espresso sincero e sentito cordoglio a titolo personale e del Consiglio Provinciale per la scomparsa del prof. Antonio Pietrantonio, già Sindaco di Benevento negli anni Ottanta e primi anni Novanta.
«Antonio Pietrantonio ha amato profondamente la Città e il Sannio e si è speso senza risparmio e senza sosta, mettendo in campo le sue forte capacità di visione programmatica e strategica, per creare le condizioni dello sviluppo socio-economico e culturale della sua terra. A Pietrantonio, personalità politica di elevato spessore, va riconosciuto il merito di aver condotto una illuminata battaglia per favorire, d’intesa e in sinergia con le Istituzioni locali e personalmente con l’allora Presidente della Provincia e l’allora Presidente della Camera di Commercio, e con la collaborazione di un Comitato cittadino, l’istituzione dell’Università degli Studi del Sannio presentando, con un organico progetto, la candidatura beneventana e sannita alla Regione Campania, al Governo e al Parlamento nazionali. E quella dell’Università non fu il solo obiettivo nell’ambito dei servizi superiori che si era
prefisso di raggiungere per il bene del territorio; del resto Pietrantonio si impegnò con vigore e lucidità affinché si realizzassero importanti opere pubbliche infrastrutturali. A testimonianza del suo amore per Benevento e il Sannio deve essere ricordato la sua generosa donazione del 2023 al Museo del Sannio di una splendida collezione di 22
reperti archeologici di sua proprietà».
“La politica beneventana perde una figura di riferimento. Si è spento Antonio Pietrantonio, già sindaco di Benevento per oltre un decennio, docente, dirigente scolastico e uomo delle istituzioni. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nella memoria collettiva del capoluogo e del Sannio” Così il deputato e segretario provinciale di Forza Italia, Francesco Maria Rubano. Che aggiunge: “Antonio Pietrantonio è stato un sindaco visionario, un amministratore colto e lungimirante, figlio autentico della cultura democristiana. Ha guidato Benevento con passione e competenza in un periodo complesso, segnato dal dopo terremoto, contribuendo a ridisegnarne l’identità urbanistica, culturale e sociale.
La sua visione ha lasciato tracce concrete e durature: dal rilancio del centro storico alla nascita del Conservatorio, dalla fondazione della rassegna ‘Città Spettacolo’ alla valorizzazione dell’Hortus Conclusus, fino all’impulso decisivo per la nascita dell’Università del Sannio.
La sua è stata una politica della costruzione, della cultura e del radicamento nei valori. Alla sua lezione – fatta di progettualità, equilibrio e servizio – dobbiamo ancora ispirarci. Esprimo il mio più sentito cordoglio alla famiglia e alla comunità che lo ha amato e stimato.”
“La notizia della scomparsa di Tonino Pietrantonio – commenta Umberto Del Basso De Caro – ha provocato in molti di noi un dolore, anche fisico, acutissimo: lo stesso che si può provare per l’amputazione di un arto.
Chi ha condiviso quella lontana, irripetibile esperienza si sente privato di un pezzo della propria vita ed avverte una sensazione di vuoto che, oggi, non può essere colmata con la retorica o la celebrazione tanto enfatica quanto ipocrita.
Trentatré anni ci separano dal termine del Suo mandato ed ai giovani probabilmente, il Suo nome racconta poco o nulla.
Ma ai meno giovani ed agli anziani il ricordo di Tonino Pietrantonio evoca un periodo della storia cittadina nel quale le speranze, i sogni, le tensioni ideali, le ansie di riscatto di un’intera comunità prevalevano sulla gestione, spesso opaca, dell’istituzione comunale.
Il contesto era diverso e la classe dirigente sideralmente lontana da quella attuale ma, in ogni caso, vinceva il “progetto politico”, la visione d’insieme, la prospettiva di sviluppo, la ricerca non banale di una funzione territoriale che esaltasse la posizione geografica di Benevento, che, collocata al centro della dorsale appenninica meridionale, era naturale cerniera di sviluppo tra due mari e tre regioni.
Il profilo che Pietrantonio tentò di dare alla città, sovente riuscendovi, era corrispondente a quello di una comunità dinamica, aperta, consapevole di svolgere un ruolo ambizioso, non marginale, mai più rassegnato.
In questa direzione vanno lette le scelte più significative della Sua amministrazione: dagli strumenti urbanistici affidati ai professori Bruno Zevi e Sara Rossi al piano di recupero del Centro Storico affidato al prof. Nicola Pagliara, dalla istituzione del Conservatorio Musicale Statale all’Università degli Studi (dapprima sede gemmata di Salerno e poi autonoma), dalla intuizione della rassegna multidisciplinare ‘Città-Spettacolo’, con il grande Ugo Gregoretti, alla rassegna teatrale invernale con cartellone di profilo nazionale.
L’elenco potrebbe proseguire all’infinito, come infinite furono le polemiche che accompagnarono ogni iniziativa che riuscisse a dare il segno del cambiamento in una città poco incline a recepire le novità, conservatrice e sovente involuta.
Pietrantonio fu certamente un innovatore coraggioso e lungimirante che ha lasciato in questa città l’impronta di un gigante e, come accade a coloro che sanno interpretare il ruolo da protagonisti assoluti, nell’ora più buia non ebbe la solidarietà, anche umana, che avrebbe certamente meritato.
Perseguitato dalla giustizia ingiusta, seppe affrontare con dignità e fermezza quella fase uscendone indenne ed a testa alta.
A quanti, come me, hanno vissuto quegli anni dapprima da collaboratore nella Giunta Municipale e successivamente da oppositore, lascia il ricordo di un grande Sindaco con una visione chiara della città, con programmi seri e definiti: si poteva condividere o meno la Sua impostazione ma non si pattinava su un magma indistinto nel quale era possibile tutto ed il suo contrario.
A coloro che, anche per ragioni anagrafiche, non lo hanno conosciuto lascia l’esempio di come, in modo virtuoso, si rappresenta una città facendosi interpreti genuini delle ansie, delle aspirazioni, della voglia di rinascita di una comunità che non si rassegna al piccolo cabotaggio o alla navigazione sotto costa ma vuole sfidare il mare aperto, con qualche rischio – certo – ma con una prospettiva esaltante».