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“Si parla tanto di gestione di tracciabilità, ebbene, un esempio virtuoso di gestione di tracciabilità del latte e di loro derivati, è già presente in Italia ed è utilizzato e collaudato per la filiera bufalina. Ideata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Napoli, ed emanata con il DM 9 settembre 2014, la piattaforma informatica tracciabilità della filiera bufalina ha caratterizzato la crescita commerciale del latte di bufala e della mozzarella di bufala campana dop, contribuendo all’aumento del prezzo alla stalla di circa il 40/50%. La collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e Agroalimentari e Forestali ed il Ministero della Salute, ha permesso la realizzazione di un sistema virtuoso in grado di aiutare, tutelare e valorizzare l’intero comparto bufalino. L’evoluzione del sistema, nato dalla necessità di tutti gli attori della filiera, rappresenta un modello sperimentato e applicabile ad altre specie animali, quali gli ovini, i caprini e i bovini.

Per cui mi chiedo perché non utilizzare questa piattaforma anche per queste specie da chi realmente le ha già utilizzate? La creazione, l’applicazione e la gestione da parte di soggetti che hanno un’esperienza consolidata di un sistema già in essere e testato, e che ha portato a dei risultati eccellenti, potrebbe rappresentare un volano per la crescita del settore lattiero caseario italiano.

L’ottimizzazione del sistema risulta strettamente legato all’appprto economico al sistema e non alla volontarietà dello stesso, che è affrontato grazie all’impegno, attualmente, dell’istituto zooprofilattico di Portici e alle poche risorse messe a disposizione dalla Regione Campania.

Ho chiesto, con un emendamento al ddl 1249 (rilancio settori agricoli in crisi), un sostegno di 700,000,00 euro, perché questo progetto possa proseguire, ebbene, pure questa richiesta è stata respinta. E mi chiedo, pertanto, perché non utilizzatore la stessa piattaforma, e gli stessi operatori, che in questi anni hanno acquisito una competenza in tal senso.

Il loro Know how potrebbe favorire la crescita commerciale del latte di altre specie. Una risoluzione che sembrerebbe non all’italiana, ma siccome troppo ponderata, vediamo se il Governo del cambiamento vuole cambiare veramente”.

Lo dichiara la Senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo, in Discussione Generale del Disegno di Legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l’emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel Comune di Cogoleto. 

“I disastri che continuano a colpire l’agricoltura, anche in queste ultime ore, provenienti dalle condizioni atmosferiche avverse, non ricevono con immediatezza riscontro da parte degli agricoltori, testimonianza ne è l’elargizione dei contributi per riparare ai danni della gelata in Puglia del lontano febbraio 2018, che sicuramente sarà apprezzata, – continua la senatrice Lonardo – ma arriva senza dubbio con ritardo, e non in sintonia dei tempi dell’agricoltura… 

Gli agricoltori vivono di incertezze e di speranze, mentre per il tipo di lavoro che svolgono, dovrebbero essere incentivati in tempo reale per cercare di alleviare i loro enormi disagi. E penso alle altre regioni che ancora non vedono luce, dopo i disastri che hanno dovuto affrontare, uno per tutti gli agricoltori che hanno visto distrutte le loro vigne, nel mio beneventano. Anche questi meritavano attenzione, insieme ai distrarti in tante altre regioni italiane…”. 

“Per il comparto agrumicolo si rileva una crisi imperante, il prezzo di molti prodotti di eccellenza è crollato, tanto che i nostri agricoltori preferiscono lasciare marcire i frutti sull’albero, perché costerebbe più raccoglierli che la marginalità derivante dalla vendita. Intanto, però, i nostri supermercati sono inondati da tonnellate di prodotti esteri a prezzi stracciati, mortificando un tentativo di concorrenza impossibile da imbastire. – conclude la senatrice di Forza Italia – Abbiamo tutti ancora davanti agli occhi le immagini delle decine di ettolitri di latte caprino sversato nelle strade della Sardegna, poniamoci l’obiettivo che la stessa cosa non accada anche con arance, clementine e limoni nel nostro Sud, cerchiamo quindi di intervenire prima dei tempi che si sono visti per la Puglia. Si spendono 14 milioni di euro per distribuire formaggio romano DOP agli indigenti, non si potevano spendere 5 milioni per distribuire agrumi, altrettanto ricchi di vitamine, agli stessi indigenti?”.