- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

BariBenevento non è solo una partita tra due piazze del sud che si ritrovano a lottare per obiettivi differenti. E’ una gara che racconta tante storie di ex, alcuni in campo sabato mentre altri seguiranno la sfida con occhi interessati. Tra i tanti calciatori che in carriera hanno vestito sia la maglia biancorossa che quella giallorossa c’è anche Gabriele Aldegani, approdato in Puglia in serie B nella stagione 2006/07. “Arrivai l’ultimo giorno di mercato per fare il secondo a Gillet. Fu un’annata particolare, partimmo bene con Maran ma ci fu un calo e la società decise di cambiare. Ci salvammo alla penultima giornata”, ricorda il classe ’76 di origini veneziane.

L’approdo nel Sannio tre anni più tardi, in quella che allora era la Prima Divisione. “La squadra aveva già iniziato la preparazione con Cuttone quando arrivai. Credo di aver fatto qualcosa di buono, feci un errore a Lanciano ma poi le mie prestazioni furono discrete. Quando andai via eravamo secondi dietro alla Nocerina che ammazzò il campionato. Avevamo un bel gruppo, la società ci era vicina, eravamo una famiglia. Quell’anno, però, venne a mancare Ciro Vigorito, fu una grande amarezza”, apre il cassetto dei ricordi Aldegani, parlando poi del passaggio alla Cremonese a gennaio, “nonostante lo scambio con Paoloni, conservo ricordi bellissimi. Non mi aspettavo di andare via, nacque tutto per caso. Successe poco dopo l’arrivo di Galdersi, Mariotto mi chiamò e mi disse della possibilità. La società era d’accordo, spettava a me decidere. Andai via con dispiacere, ma lo feci per avvicinarmi alla mia famiglia, avendo una situazione particolare a casa volevo stare vicino a mia moglie”.

Il Benevento, infatti, lo segue con affetto: “Il campionato di B di quest’anno è di un livello altissimo, anche altre squadre blasonate stanno avendo difficoltà. E’ un torneo dove nulla è scontato, ogni partita, anche contro ultima, va giocata al massimo. E’ chiaro che nessuno immaginava il Benevento in quella posizione, ma nel calcio i pronostici possono essere stravolti. Spero ne possa venire fuori perché c’è una società importante e un presidente sempre vicino. Da giocatore ho vissuto stagioni difficili dove ti salvi all’ultima giornata, quando non trovi soluzioni ne esci con il lavoro, il sacrificio e il sudore”.

Toccherà a Stellone trovare l’alchimia giusta per salvare la categoria, in un mini torneo di otto giornate che per la Strega inizierà proprio da Bari. “L’allenatore vive lo spogliatoio, saprà cosa fare. La sosta, a volte, ti permette di ritrovare energie mentali, saranno quelle a fare la differenza perché la forma fisica ormai è ultimata. Il tecnico dovrà toccare le corde giuste con ogni calciatore, il gruppo potrà fare la differenza, facendo emergere il singolo”, prosegue Aldegani, “Bari è una città che vive di calcio, come tutte le piazze del sud. Quando le cose vanno bene il pubblico ti trascina. La squadra è forte e Mignani è bravo, ma il Bari conosce le qualità del Benevento e non darà nulla per scontato. Prepareranno la partita al massimo, è vero che l’aspetto psicologico sarà differente, ma a fine stagione le squadre che devono salvarsi tirano fuori energie maggiori”.

Un occhio alla partita e uno ai due estremi difensori, considerando anche la nuova vita da preparatore intrapresa. “I portieri li vivo come dei figli, non dormo la notte per capire come poterli aiutare a crescere e migliorare”, conclude l’ex Pescara e Pordenone, “Caprile e Paleari sono tra i migliori della categoria. Il giallorosso ha maggiore esperienza, a Cittadella ha raggiunto un livello altissimo dopo aver fatto la gavetta. Il biancorosso sta dimostrando di possedere qualità importanti. Entrambi, potenzialmente, potrebbero ambire alla A. Protagonisti? Dipenderà dall’evolversi della gara, se le due squadre giocheranno a viso aperto o se prevarrà il timore di scoprirsi. In ogni caso mi aspetto una bellissima partita”.