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Il suo passaggio nel Sannio, anno 2010, è durato lo spazio di tre partite. Alessio Viola ha imparato ad apprezzare la piazza di Benevento grazie alle imprese del fratello Nicolas, che in giallorosso ha conquistato due volte la serie A. Ora gioca in Prima Categoria nella Taurianova Academy, squadra del suo paese d’origine. “Una scelta di cuore, anche se un po’ forzata. Me l’hanno imposta i troppi infortuni”. Classe ’90, ha giocato nella Reggina in quattro parentesi tra il 2008 e il 2019, ora continua a essere immerso nell’ambiente amaranto vivendo a pochi chilometri dal capoluogo calabrese. “La gente di Reggio spera che questo possa essere finalmente l’anno buono. La serie A manca da troppo tempo e l’entusiasmo è alle stelle”.
Cosa è successo in estate a Reggio Calabria?
“A un certo punto sembrava tutto nero, poi il club è passato al presidente Cardona che ha risollevato una situazione delicatissima. La prontezza nel prendere Inzaghi come allenatore e un calciomercato attento hanno fatto il resto”
Ora il progetto non sembra soltanto credibile ma anche ambizioso.
“I tifosi stanno dando una risposta calorosa, vissi qualcosa di simile nel 2018, con l’avvento del presidente Gallo. Quando una piazza come quella di Reggio Calabria si infiamma, il pubblico può rappresentare un valore aggiunto”.
Suo fratello le avrà detto tanto di Inzaghi ai tempi del Benevento, si vede la sua mano?
“Nicolas mi ha sempre parlato di un vero e proprio martello. Come era da giocatore è anche da allenatore, tiene tutti sulla corda. A mio avviso l’ambiente reggino è particolarmente adatto a uno con la sua personalità, lo rende perfetto per guidare la squadra. Può arrivare fino in fondo, anche se il campionato di B è tra i più difficili in questo senso”.
Chi devono temere i giallorossi?
“Conosco Canotto dai tempi delle giovanili, sta facendo benissimo e trova sempre il modo di incidere negli schemi di Inzaghi. Scappa via quando vuole, è stato un grande colpo di mercato. Poi c’è Menez che alza notevolmente il tasso tecnico”.
Un giudizio su questo Benevento?
“Non posso entrare nel merito del lavoro di un campione come Cannavaro. Vedere il Benevento così in basso non stupisce solo me ma credo tutti. Parliamo di una piazza straordinaria, da calciatore l’ho vissuta poco ma ho recuperato con gli anni di Nicolas. Ora bisogna calarsi in una nuova dimensione e uscire innanzitutto dalla zona retrocessione”.
I problemi non sono mancati.
“Cannavaro si è trovato in una situazione terribile, ha dovuto fare scelte senza tener conto della qualità del calciatore ma del poco materiale a disposizione mettendo talvolta giocatori fuori ruolo. Personalmente impazzisco per Tello, che dà sostanza ed equilibrio. Una volta recuperati del tutto lui e gran parte della rosa sono convinto che l’allenatore riuscirà a toccare le corde giuste per riportare il Benevento dove merita”.
Tra le big in ritardo c’è anche il Cagliari, la squadra di suo fratello. Come sta vivendo questa situazione?
“Guardo le partite, ha nomi in rosa che dovrebbero essere determinanti, di certo la situazione è un po’ strana rispetto agli obiettivi. Credo che la retrocessione abbia un suo peso e che manchi qualche giocatore che possa dare freschezza a gara in corso in determinate zone del campo. La Reggina ad esempio li ha, ed è a questo che il Benevento dovrà prestare particolare attenzione”