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Benevento – Ventuno lettere per raccontare una stagione. Ventuno lettere per scrivere la storia. Quella a tinte giallorosse. Vi presentiamo uno speciale alfabeto per celebrare la promozione in serie A del Benevento.

A come serie A: era inevitabile incominciare da qui. Il prossimo anno la Strega disputerà il suo secondo campionato nella massima serie. La prima partecipazione risale alla stagione 2017/18, conclusa in ultima posizione e con il ritorno tra i cadetti. 

B come bomber. Massimo Coda e il Benevento si diranno addio oggi, giorno in cui scade il contratto che lo lega alla società di via Santa Colomba. Una separazione annunciata, senza che l’Hispanico possa togliersi la soddisfazione di tagliare le cento presenze in giallorosso (attualmente è a quota 95 in campionato).

C come capitano, una fascia portata al braccio da Christian Maggio, simbolo della rinascita del Benevento. Dopo una stagione complicata, culminata con l’amarezza dell’eliminazione nella semifinale play off per mano del Cittadella e con qualche dissidio con la tifoseria, il 38enne si è riscattato dando fondo alla sua esperienza e alla qualità

D come difesa, la migliore d’Europa. I grandi successi si costruiscono partendo dal basso e da sempre la squadra che subisce meno reti si ritrova la strada spianata. Un nome su tutti, quello di Lorenzo Montipò, il portiere poteva partite ma ha avuto il coraggio di restare dopo la notte col Cittadella e ha vinto meritatamente la sua personale battaglia. Chapeau!

E come estate, anomala quest’anno. Il calcio ci accompagnerà per tutta la stagione e quando questo campionato sarà ufficialmente concluso, uno nuovo partirà immediatamente. E’ un anno particolare, un anno irripetibile come la cavalcata di cui si è reso protagonista il Benevento.

F come Foggia, professione direttore sportivo. Tra riconferme e acquisti ha messo a disposizione di Inzaghi una rosa completa. Sempre al fianco della squadra, eccedendo qualche volta in panchina, chiaro segnale di come sentisse suo questo Benevento.

G come Gorilla, alias Perparim Hetemaj, ultimo colpo del mercato estivo che ha permesso a Inzaghi di adoperare diverse soluzioni tattiche, fino ad arrivare all’albero di natale. Senza l’infortunio di Schiattarella non si sa se sarebbe mai arrivato all’ombra della dormiente ma, sta di fatto, un acquisto azzeccato.

H come Highlander, ovvero Nicolas Benito Viola. La miglior stagione in assoluto con la maglia del Benevento per il centrocampista e vice-capitano giallorosso. Nove reti in campionato, una in Coppa Italia e difficilmente sotto la sufficienza (anzi…). Da tre anni e mezzo nel Sannio, si appresta a disputare con la Strega il suo quarto torneo di A.

I come Inzaghi: il tecnico si è riscattato e riabilitato dopo la parentesi negativa di Bologna. Si è guadagnato sul campo una nuova opportunità in serie A da affrontare con i colori giallorossi. 

L come Luca Antei: consentiteci di dedicare un pensiero a un ragazzo frenato troppe volte dagli infortuni nella sua carriera. Questa promozione è anche e soprattutto sua, con l’augurio di rivederlo correre presto su un campo di calcio. Ad maiora!

M come Monza: permetteteci di attribuire alla partita di Coppa Italia persa con i brianzoli un peso specifico rilevante. I quattro schiaffi presi quella sera sono serviti da lezione e, nonostante si trattasse solo di calcio d’agosto, hanno rappresentato la base dei successi futuri.

N come novanta, gli anni compiuti dal Benevento Calcio in questa stagione e celebrati nel migliore dei modi. Un compleanno speciale culminato con la promozione in serie A e celebrata con una maglia speciale (la azzurra), in ricordo della prima casacca indossata nella sua storia dalla compagine sannita.

O come onorificenza, quella che Clemente Mastella si appresta a conferire ad Oreste Vigorito. Il primo cittadino ha avviato la procedura per elargire al presidente del Benevento la carica di cittadino onorario. L’imprenditore di Ercolano guida la compagine giallorossa da ben 14 anni, essendosi insediato il 17 marzo 2006 insieme al fratello Ciro.

P come pandemia: l’annata indimenticabile del Benevento sarà ricordata per il cammino perfetto dei ragazzi di Inzaghi, per i record frantumati e per la diffusione del covid-19 (o coronavirus) che ha messo in ginocchio il mondo e fermato per quasi tre mesi il calcio.

Q come Quo vado? Da una parte Checco Zalone, dall’altra il Benevento, entrambi alla ricerca del posto fisso: il primo in ambito lavorativo, il secondo nell’elite del calcio italiano. Il ritorno in serie A era un obiettivo divenuto realtà, adesso la missione sarà restare nel massimo campionato.

R come record: ne hanno frantumati tanti i ragazzi di Inzaghi e altri proveranno a batterli nelle restanti giornate di campionato. Dalla Juventus di Deschamps all’Ascoli del 1977/78, SuperPippo ne ha attaccati parecchi nello spogliatoio per motivare e invogliare i suoi.

S come staff: meriti e vittorie vanno equamente divisi e Inzaghi è sempre stato prodigo di elogi per gli uomini avuti al suo fianco in questa splendida cavalcata. Giusto, allora, citarli e ricordarli: Maurizio D’Angelo (all. in seconda), Gaetano Petelli (prep. portieri), Luca Alimonta (prep. atletico), Daniele Cenci (prep. atletico), Simone Baggio (tattico), Franco De Cicco (resp. sanitario), Stefano Salvatori (medico sociale).

come Trentino: tra Pinzolo e Moena è nato il Benevento di Inzaghi. Il tecnico piacentino ha più volte sottolineato come sia stato quello il momento più importante per plasmare una squadra capace di marciare a ritmo sostenuto verso la promozione.

U come unità di intenti o come unione, qualità dimostrate dall’intero gruppo. Insieme dentro e fuori dal campo, remando compatti nella stessa direzione, accettando le scelte del tecnico e mettendo davanti a tutto l’obiettivo da raggiungere.

V come Vigorito: è indubbio che dietro la scalata della Strega c’è impresso indelebilmente il marchio del presidente. Tornare in serie A era un suo obiettivo, dopo essere stato solo di passaggio e non essere riuscito a lasciare il segno. La sua voglia di rivalsa è sinonimo di garanzia per la prossima stagione.

Z come zoccolo duro: un plauso a quei tifosi che ci sono sempre stati, in casa e in trasferta fino al momento dello stop. A loro che non hanno potuto seguire la squadra nel finale di stagione. A loro che non hanno potuto godere appieno della gioia della promozione. La serie A è anche e soprattutto loro.