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Una decina, o poco più, i sindaci presenti questo pomeriggio alla Rocca dei Rettori in risposta alla chiamata di Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell’Alto Calore.

Considerato che complessivamente sono trenta i comuni del beneventano serviti dalla società di corso Europa, buona parte delle amministrazioni ha dunque deciso di disertare la riunione.

Dato significativo, vista la posta in palio, ovvero il futuro di una azienda con ottanta anni di storia alle spalle, e l’importanza del tema in discussione e dunque la gestione delle risorse idriche sul territorio.

Da parte sua, Ciarcia ha rilanciato nuovamente l’appello ai sindaci a deliberare a favore dell’aumento di capitale necessario a mettere in pratica il Piano Pozzoli, pure approvato dall’assemblea dei soci lo scorso luglio.

Un voto favorevole ma non impegnativo, tenuto conto i Comuni non sarebbero vincolati a procedere con l’effettiva sottoscrizione delle quote. A quel punto, deliberato l’aumento di capitale, le quote inoptate verrebbero messe sul mercato e aggiudicate attraverso una gara pubblica.

Insomma, chiaro l’invito rivolto ai sindaci che già hanno deciso di non acquistare la quota di aumento di capitale di competenza o che a oggi nutrono ancora forti perplessità: votate comunque sì all’aumento di capitale. Una contraddizione soltanto apparente, tenuto conto che una volta incassato il sì dell’assemblea, l’Alto Calore potrebbe comunque dar seguito al piano Pozzoli aprendo all’ingresso in società di partner esterni, pubblici (preferibilmente) o privati.

Una sorta di ‘Piano B’ necessario visto che la strada principale appare oggettivamente poco praticabile. Utopistico, infatti, immaginare che tutti i Comuni possano esprimere un doppio sì, all’aumento di capitale prima e alla sottoscrizione effettiva dopo. Dato lo stato di salute non certo florido delle casse degli enti, acquistare la propria quota di competenza vorrebbe dire – per molti Comuni – dissesto certo.

La soluzione alternativa protagonista della riunione odierna, invece, potrebbe anche trovare il favore degli amministratori sanniti (una analoga riunione è in programma ad Avellino per la prossima settimana).

Questa, almeno, è la sensazione emersa dal dibattito, visti gli interventi dei sindaci Mario Pepe (San Giorgio del Sannio), Michelantonio Panarese (Buonalbergo) e Fabrizio D’Orta (Sant’Angelo a Cupolo).

“Una soluzione di buon senso”, per Umberto Del Basso De Caro. Il deputato del Partito Democratico, unico rappresentante istituzionale presente, ha preso la parola sul finire dell’assemblea.

“Doveroso essere chiari” – ha concluso il deputato Dem. “Rispetto a quanto messo in campo, non esistono altre opzioni se non portare i libri al Tribunale di Avellino”.

Non sarà una lunga attesa, comunque. L’assemblea, chiamata ad esprimersi sull’aumento di capitale e sull’apertura ai partner esterni, dovrebbe essere convocata per il 14 dicembre.