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L’annus horribilis per l’Alto Calore. Meglio ancora: l’annus horribilis per le popolazioni servite dall’Alto Calore. Un dicembre da incubo  quello che la società di corso Europa sta regalando ai comuni irpini e sanniti associati. Rottura dopo rottura, la bacheca dei disservizi non presenta mai spazi vuoti. Da aprile ad arrivare ai giorni nostri.

La comunicazione odierna riguarda la rottura di una condotta adduttrice in località Crocella, nel territorio di Casalduni. Rubinetti a secco, dunque, a Campolattaro, Casalduni (centro e Stir), Fragneto Monforte, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pietrelcina, Pontelandolfo.

L’erogazione idrica è sospesa – spiega l’Alto Calore. Lavori in corso e ripristino delle portate ai serbatoi previsto per la tarda serata.

Soltanto quattro giorni fa, il 14 dicembre, veniva comunicata la rottura della condotta di Montemarano con conseguente sospensione del servizio per cinquanta comuni.

L’11 dicembre a saltare era l’elettropompa al campo pozzi di Fontana dell’Olmoa Serino.

Nel giorno dell’Immacolata, invece, niente acqua ancora per i comuni sanniti dell’hinterland del capoluogo, con tanto di esposto in procura del sindaco di Pago Veiano.

Di guasto in guasto arriviamo fino al 4 dicembre: rottura della condotta di Melito Irpino.

Superfluo sottolineare che pure la bacheca di novembre presenta diversi altri annunci. Tutti uguali: rottura e sospensione, rottura e sospensione, rottura e sospensione.

Inascoltate le proteste di cittadini e sindaci, risulta al momento vana pure l’intercessione del Vescovo di Avellino, Arturo Aiello, che il primo dicembre ha aderito alla petizione lanciata da CittadinanzaAttiva.

Ma almeno Sua Eccellenza un segnale l’ha dato. Tanta roba rispetto al silenzio della politica che – salvo rare eccezioni – assiste con indifferenza al disastro Alto Calore.

Tutto scorre. Tranne l’acqua.