- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Dall’esperienza traumatica legata al Covid, che gli ha portato via la mamma Felicita, all’inedita avventura editoriale attraversando ben trent’anni di carriera. Piero Chiambretti si è confidato al pubblico del Bct nello scenario di piazza Santa Sofia in un’intervista a cuore aperto che lo ha visto spaziare tra le vicende della vita privata e curiosi aneddoti legati alla sua professione di giornalista e conduttore televisivo. Il libro, “Autobiografia autorizzata dalla figlia Margherita”, vuole essere un documento prezioso proprio per la bambina raffigurata in copertina: “Sentivo l’esigenza, dopo il Covid che mi ha messo a dura prova, di lasciare qualcosa di tangibile a mia figlia. Un libro che, semmai dovessi andarmene, le darebbe una mano a capire qualcosa in più su di me una volta cresciuta”. 

Il Covid ha segnato fortemente la vita del presentatore torinese, che è stato ricoverato insieme alla madre nel marzo 2016, quando la pandemia non si era ancora palesata del tutto: “Sono rimasto in ospedale diversi giorni con l’ossigeno, ho capito in quel momento la relatività della vita. Un giorno ci sei, l’altro forse. Appena uscito fuori ho deciso di scrivere. Non credo che farò altri libri, questo ha una motivazione speciale”.

Chiambretti, nel corso della serata, ha parlato anche dell’incontro con Papa Wojtyla, nell’anno del Giubileo, e dell’inconveniente occorsogli quando decise – da giornalista ancora in erba della Rai – di intrufolarsi nell’archivio segreto romano di Giulio Andreotti: “Voleva denunciarmi, fui costretto a ridargli le cassette della registrazione effettuata all’interno con il mio operatore Fulvio. Era un documento unico nel suo genere, riuscii ad ottenere in cambio un’intervista esclusiva”.

Nella prossima stagione televisiva all’interno del palinsesto Mediaset ci sarà anche un suo programma che vedrà come protagonisti 100 bambini: “Non so quando partirà, se a dicembre o a gennaio, ma inizieremo a breve i provini. Avvertivo la necessità di proporre a Piersilvio Berlusconi un programma di questa natura perché i bambini sono i protagonisti del futuro. Potrebbe essere il mio ultimo programma, chissà. Non voglio lasciare al crepuscolo, ho voglia di dire basta quando sono ancora nel pieno delle mie forze. E ora lo sono”. 

Infine un’aspra critica ai social: “Fosse per me, Instagram lo chiuderei. Anzi, non vedo l’ora che accada. Il presente, nell’era in cui viviamo, è qualcosa di troppo sfuggente. Non ci godiamo nulla, andiamo troppo veloce e non memorizziamo nemmeno le informazioni nel modo giusto. Gran parte della colpa è dei social, ho un pessimo rapporto con loro, ci distanziano da ciò che conta davvero”.