Ci sono anche quattro sanniti tra i 27 indagati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati, tra cui l’ex sindaco di San Giorgio del Sannio, Angelo Ciampi, per il quale è stata richiesta la custodia in carcere. Accuse di corruzione e turbativa d’asta pesano anche sull’attuale direttore del Conservatorio ‘Nicola Sala’ di Benevento, Giuseppe Ilario, per il quale è stata chiesta la misura degli arresti domiciliari.
Gli altri sanniti sono Vittorio Fuccio di Paolisi (richiesti i domiciliari), Virgilio Emanuele Pio Damiano di Montesarchio (domiciliari) e Francesco Pietro Buonanno di Paolisi (chiesto il carcere), tutti coinvolti in un sistema di appalti manipolati per favorire aziende legate alla criminalità organizzata.
L’indagine, condotta dai pm Maurizio Giordano e Vincenzo Ranieri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha messo in luce un sistema ramificato di manipolazioni negli appalti pubblici, con l’intento di favorire imprese ‘amiche’ legate a interessi criminali, in particolare nel settore della raccolta rifiuti e della sanificazione, coinvolgendo anche imprenditori e funzionari pubblici.
L’inchiesta ruota attorno all’attività di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell’Udeur, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo aver scontato la pena, Ferraro sarebbe tornato in libertà come punto di riferimento per i clan dei Casalesi e per le cosche Alfieri e Nuvoletta, infiltrando gli appalti pubblici, soprattutto nel settore della raccolta rifiuti e della sanificazione ospedaliera. Ferraro, secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato una rete di aziende a lui vicine per ottenere il controllo di gare d’appalto, con l’obiettivo di assegnare i contratti a ditte riconducibili ai clan.
Tra le accuse di turbativa d’asta – come riporta cronachedi.it – emerge la vicenda dell’appalto per i servizi di igiene urbana a San Giorgio del Sannio, dove Ciampi, Aniello Ilario, legale rappresentante della Czeta, e Pietro Buonanno avrebbero cercato di manipolare la gara del 2022 per favorire il consorzio Ciclat, a cui era associata la S.p.a di Ilario. L’inchiesta ha evidenziato anche altre irregolarità, come nel caso della gara per il servizio di raccolta rifiuti a Frattamaggiore, dove, sempre secondo gli inquirenti, Ferraro e altri soggetti coinvolti avrebbero cercato di alterare l’esito della procedura.
Oltre alla turbativa d’asta e alla corruzione, l’inchiesta ha fatto emergere anche il reato di calunnia, con Domenico Romano e Anna Lanzuolo accusati di aver fornito false informazioni alla Procura di Napoli e ai Comuni di Frattamaggiore e Gragnano riguardo a presunti episodi di corruzione legati all’igiene urbana. Accuse che hanno portato a ulteriori indagini su altri soggetti, tra cui il sindaco di Arienzo, Giuseppe Guida, e alcuni imprenditori locali.
Il quadro complesso emerso dalle indagini ha anche coinvolto appalti in altri settori, come quello delle pulizie dei locali dell’Università Parthenope e della disinfestazione contro la legionella, con diverse persone accusate di corruzione e turbativa d’asta. L’attività investigativa, che ha visto numerosi blitz e sequestri, è ancora in corso e potrebbero emergere nuovi sviluppi.
Le misure cautelari richieste dovranno ora essere valutate dal giudice per le indagini preliminari, che esaminerà le richieste dopo gli interrogatori preventivi, previsti a partire da lunedì prossimo.
Come per ogni inchiesta, gli indagati sono considerati innocenti fino a una eventuale sentenza di condanna irrevocabile.