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La prima grande tragedia umanitaria della storia: il massacro degli abitanti del Congo, per gli interessi commerciali di Leopoldo II del Belgio. Un’ecatombe nascosta e negata, che nel 1908 finì anche grazie ad alcuni beneventani, la cui storia, dopo cent’anni, è ancora sconosciuta. Francesco Morante, martedì 12 agosto alla Fagianella, racconterà la loro vicenda.

In un contesto internazionale non molto diverso dall’attuale, l’opinione pubblica mondiale prese coscienza dell’immane tragedia che si stava consumando in Africa, grazie a giornalisti e scrittori, da Joseph Conrad a Arthur Conan Doyle, da Roger Casement a Edmund Morel. L’Italia prese le distanze dal governo belga grazie alla missione esplorativa condotta nel 1903 dal capitano della marina militare Eduardo Baccari, nato a Benevento nel 1871. La pressione internazionale fu tale che Leopoldo II fu costretto a istituire una commissione d’inchiesta per appurare i fatti. Fu soprattutto l’onesta e l’imparzialità del lavoro di questa commissione a mettere fine, nel 1908, allo Stato Libero del Congo. Unico componente non belga di questa commissione fu l’italiano Giacomo Nisco, originario di San Giorgio del Sannio, figlio del famoso patriota risorgimentale Nicola Nisco.

Due figure che sono rimaste nell’ombra ma che, senza onori o gloria, hanno svolto i loro compiti con onore ed onestà, nell’unico interesse dei valori umani.