Il caso del mancato completamento dei lavori di ricostruzione dell’argine sinistro del Lungo Sabato Matarazzo, a pochi passi dall’incrocio di Via Napoli e dal ponte che unisce il Rione Libertà al resto della città, finalmente pare vedere un concreto passo in avanti verso una conclusione definitiva.
A ben dieci anni dall’inizio dell’intervento finanziato dal Ministero delle opere pubbliche per la messa in sicurezza di centinaia di metri della sponda sinistra del Sabato dopo il crollo dell’argine all’altezza del PalaTedeschi e fino per l’appunto quasi all’incrocio con Via Napoli a seguito degli eventi alluvionali dell’ottobre 2015, sono tornati al lavoro gli operai e i mezzi meccanici.
La vicenda è molto italiana. I lavori di ricostruzione cominciano con grande lena; vanno avanti per un buon tratto con la ricostruzione dell’argine, per poi arrestarsi di botto a poche decine di metri dalla conclusione e cioè a poche decine di metri dall’incrocio di Via Napoli. A quel punto lo stop dura ben 9 anni.
Per tutto questo tempo non accade nulla di nulla. Fino a che un nostro articolo si soffermava sul fatto che l’argine da ricostruire, costeggiato dal marciapiede e dalla sede stradale si trovava a pochi passi da un importante insediamento di edifici residenziali, di un centro di servizi socio-sanitari, del Campo sportivo Meomaritini, degli uffici pubblici di piazza Gramazio.
I cittadini che abitava proprio al Lungo Sabato Matarazzo segnalavano una serie di problemi connessi al fatto che il marciapiede ad un certo punto di interrompeva per una transennatura, costringendo i malcapitati pedoni a scendere sulla sede stradale con ovvi rischi per la loro incolumità. La denuncia del 2023 sembrò smuovere le acque: riapparvero nel 2023 gli operai. Ma, paradossalmente le cose invece di migliorare peggiorarono, perché i lavoratori scomparvero così come erano apparsi e in più lasciarono il tratto mancante del tutto privo di protezioni, di barriere e di segnali di pericolo, lasciando in compenso un grosso fosso lungo oltre tre metri e abbastanza profondo.
Dopo altri articoli di denuncia e altre proteste, nel settembre dell’anno scorso, forse per i fari riaccesi sul cantiere, venne annunciato di un tredici mesi or sono una ripresa immediata del cantiere di lavoro, mai però avvenuta. Trascorsi inutilmente almeno 390 giorni, i lavori sono ripresi. Che dire? Forse è meglio non azzardare alcuna conclusione e limitarsi a registrare la ripresa dei lavori. anche se con pochi operai è ben sottolinearlo, senza azzardarsi in premonizioni sulla conclusione dei medesimi.























