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Arpaise (Bn) – Alla fine è successo quello che un po’ tutti si aspettavano. Ossia, ingiustizia su ingiustizia, poiché, a detta dei diretti interessati, quello riportato dall’arbitro nel proprio referto non corrisponde assolutamente al vero. Come abbiamo già avuto modo di raccontare alcuni giorni fa, il direttore di gara, signor D’Ambra della sezione di Frattamaggiore, senza alcun valido motivo, domenica scorsa ha sospeso la gara di Seconda categoria tra l’Arpaise e il Pago Veiano. Pesante il verdetto del giudice sportivo pubblicato ieri nel comunicato ufficiale, visto che oltre alla sconfitta a tavolino subita dall’Arpaise, e questo è sicuramente il fatto meno grave, il giudice sportivo ha inflitto un anno di squalifica al giocatore Giorgione e nove mesi al tecnico Francesco Giangregorio.

Nel referto l’arbitro ha trascritto soltanto un mare di bugie – tuona proprio mister Giangregorio -, visto e considerato che non c’è un solo passaggio che corrisponde al vero. Sinceramente della sconfitta a tavolino non mi interessa assolutamente nulla, tocca alla società difendersi e dimostrare il contrario, ma ci tengo in modo particolare a difendere il mio nome. Da oltre venticinque anni frequento i campi di calcio dilettantistici della nostra provincia e chi mi conosce sa che persona sono”. In effetti, anche da giocatore, Giangregorio, avendo quasi sempre indossato la fascia di capitano, ha sempre avuto un occhio di riguardo per gli arbitri, tanto è vero che mai si è permesso, e probabilmente mai lo farà, di trattare male, anche solo verbalmente, un direttore di gara.

Anche loro hanno il diritto di sbagliare, ma in questo caso – sottolinea Giangregorio -, quello che non mi sta bene è stato l’atteggiamento di questo arbitro ragazzino, arrogante, presuntuoso e purtroppo anche incapace. Nel referto, non solo ha penalizzato un ragazzo bravo ed educato come Giorgione che davvero non ha niente a che fare con questa storia, ma ha anche scritto che io mi sono avvicinato in toni minacciosi cercando addirittura di aggredirlo e subito dopo ha sospeso la partita perché era a rischio la sua incolumità. Falso, completamente falso, chi c’era alla partita lo può confermare. La verità è che lui senza che nessuno lo abbia accerchiato, ha fischiato la fine della partita ed è corso negli spogliatoi. Io mi sono soltanto avvicinato per chiedere spiegazioni, perché sinceramente non capendo la dinamica della sospensione, pensavo che si fosse sentito male”. Una vicenda, insomma, che non finirà con un nulla di fatto, poiché Giangregorio è deciso ad andare fino in fondo. “Certo che lo farò – replica il tecnico beneventano – porterò questo arbitro in tribunale perché lo querelerò per le falsità che ha scritto nel referto. Ho tanti testimoni, già mi sono consultato con gli avvocati e lo farò anche a prescindere da un eventuale deferimento o squalifica da parte della Figc, proprio perché si tratta di una questione prettamente personale e di vicende non conoscibili mediante gli ordinari strumenti della giustizia della Federazione. Ripeto, voglio a tutti i costi difendere soprattutto il mio nome e poi lo farò anche per cancellare questa macchia come allenatore in un percorso che ho appena avviato e a cui ci tengo in modo particolare”.