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Importante appuntamento politico alla “Giustino Fortunato” per delineare gli scenari futuri della formazione politica di Clemente Mastella, “Noi di Centro”. Si è svolta, infatti, l’assemblea cittadina di questa formazione politica che ha fatto il punto sulle future alleanze ma con un respiro che è andato al di là dei confini territoriali della città capoluogo del Sannio. Con l’individuazione per nomina del nuovo direttivo, il pensiero di tutti è stato rivolto alle elezioni prossime venture, in particolare a quelle Europee, e naturalmente è stato il leader Clemente Mastella a delineare la rotta, anche se il sindaco di Benevento è apparso ancora problematico e di fatto non ha sciolto tutti i dubbi.

Nella sua forte perorazione ha però scosso il Partito democratico e non ha mancato di strizzare l’occhio al centrodestra. In effetti, Mastella ha detto chiaro e tondo che si attende passi concreti da parte delle altre forze politiche: “La pazienza politica è in esaurimento: così non va”. In sostanza Mastella si aspetta segnali concreti da parte del centrodestra, ritenendo preclusa ogni possibilità di intesa con il Pd. Nel corso dei lavori dell’Assemblea cittadina, del resto, sono emerse forte critiche nei confronti di chi è fuoriuscito dal partito proprio per trasferirsi al Pd.

E’ stato il segretario provinciale, Carmine Agostinelli, ad affondare il colpo nei confronti di Luigi Abbate, consigliere regionale, che ha lasciato proprio alla viglia delle Elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale la formazione di Mastella. Seppur non sia mai stato nominato, il consigliere regionale transfugo che ha trascinato con sè anche il consigliere comunale Francesco Farese, che però non ha ancora aderito ufficialmente al PD, è stato frontalmente attaccato dal sindaco di San Bartolomeo in Galdo e Consigliere provinciale: “Non dobbiamo elaborare nessun lutto. Demonizzava gli altri e usava il partito come un taxi. Andassero a fare danni altrove”, ha concluso Agostinelli, con ciò non solo ha chiuso l’esperienza in comune con Abbate, ma di fatto rendendo impossibile ogni dialogo con il PD da parte dei mastelliani. Ad aprire i lavori dell’Assemblea è stata la presidente del partito cittadino Maria Carmela Mignone: “Voglio esprimere la gratitudine per questa nomina. Il mio sentimento è quello di riuscire a portare qualcosa al territorio. Dobbiamo essere  espressione del territorio”. Sulle alleanze la neo presidente è stata netta: “Dobbiamo stare al centro. Io voglio stare al centro. Noi stiamo dando tanto e apportando qualcosa di nuovo. La città è cambiata”. La parola è poi passata al segretario cittadino Cosimo Lepore che ha detto: “Dobbiamo dare il nostro contributo per lavorare in una casa comune. Daremo avvio ai Dipartimenti tematici. Occorre dialogare saper ascoltare e saper intercettare bisogni dando risposte”. Sulle alleanze future, Lepore ha spronato il partito nell’esigere risposte da tutti.

E’ intervenuto il presidente della Provincia Nino Lombardi che ha elogiato il leader Clemente Mastella e poi ha detto come presto si avranno risposte sulla Fondovalle Isclero e quella vitulanese: “La vera accoglienza per la nostra comunità“.

E’ intervenuto quindi Carmine Agostinelli segretario provinciale del partito che ha elogiato Mastella: “Un miracolo della natura: quello è Mastella. Non è possibile impostare un discorso serio se non c’è lui. Tolto lui c’è il deserto”. Agostinelli ha poi avvertito: “Dobbiamo dialogare di più. La più nutrita rete di sindaci e amministratori è da noi. Siamo il riferimento dei cittadini e non pensiamo alle passerelle di turno. Noi affrontiamo il problema. Da noi è in atto una riorganizzazione e poi serenamente affronteremo la battaglia delle battaglie quelle delle regionali”.

Dopo i saluti di Marcella Sorrentino, presidente provinciale del partito, la parola è passata al sindaco di Benevento. “Con il Pd la pazienza politica è in via di esaurimento, così non va”, ha esclamato il Sindaco. 

“Non possiamo stare con chi pratica un odio sordo contro di me che si riverbera sulla mia comunità politica, non possiamo stare con chi ci soffia l’assessore regionale e poi i consiglieri regionali eletti dal nostro popolo con i nostri voti, praticando una forma esecrabile di ladrocinio politico: il Pd ha preso i nostri voti e poi ci fa la guerra, più violentemente – in molti casi – della destra che però non ha preso i nostri voti”. Sulle alleanze, il Sindaco ha quindi espresso così il suo pensiero: “Per le Europee faremo le nostre scelte, in base alle nostra matrice identitaria”.

Sull’autonomia differenziata Mastella ha evidenziato: “Le istituzioni debbano essere non isole, ma generare un arcipelago che produca un filo d’Arianna. Nella mia visione mite della politica il dialogo istituzionale non è servilismo, al contrario. E’ irricevibile invece la concezione di chi pensa ad un regionalismo accentratore e centralista che surroghi il centralismo nazionale. Il Sindaco è elemento di mediazione istituzionale per attivare processi di equilibrio territoriale: sono andato a Roma in fascia tricolore perché il Consiglio Comunale di Benevento per primo in Campania ha votato contro l’autonomia differenziata, ma non partecipo – me lo impone la mia storia, la mia mitezza e il mio tratto umano e politico – a rivoluzioni ‘copernicane”.
Poi Mastella ha elogiato un recente intervento contro l’autonomia differenziata sottoscritto da ex parlamentari di destra: “Sono stati alcuni ex missini, tra cui cito Gennaro Malgieri, a scrivere le riflessioni critiche più acute sulla riforma dell’autonomia differenziata. Si rischia la lesione dell’Unità nazionale, ma anche una catena di micro-secessioni: da un canto una disfida tra ricchi, dall’altro una guerra dei poveri tra le aree interne e depresse del Paese”. Polemico anche con De Luca. Dopo aver attaccato la sanità in Campania: “Secondo Gimbe abbiamo quattro anni in media di vita in meno ha affermato”.

Poi ha aggiunto: “De Luca fa polemica con Napoli: le istituzioni sono arcipelago non isole. Noi amministratori aspettiamo ancora il riporto, fondi senza i quali non si realizza nulla. Io non contrabbando la natura politica per accettare centralismo autoritario regionale. Non mi piace né quello romano né quello regionale. Pronto a battagliare sull’autonomia: corriamo rischio di secessione dei poveri contro i ricchi anche in Campania. La sanità campana non va bene, non è l’unica che non va bene in Italia”.