Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Ovidio Valerio Testa, Sindaco di Pontelandolfo.
Dopo anni di disagi ed inefficienze, l’incremento delle tariffe fino al 30% preannunciato unilateralmente dall’Alto Calore Servizi, lo ritengo ingiusto, se non sadico e profondamente irrispettoso nei confronti dei nostri cittadini che da anni sopportano e convivono con un enorme disservizio.
Le responsabilità ricadono inevitabilmente sui Sindaci, baluardi delle proprie comunità che pagano colpe che non hanno…ma adesso si supera ogni limite di buonsenso.
Ritengo, pertanto, necessaria e quanto mai doverosa, un’azione sinergica e condivisa che veda la partecipazione di tutte le Amministrazioni Comunale coinvolte, al fine di bloccare questa scellerata politica tariffaria imposta dall’Alto Calore ed aprire un tavolo di discussione in cui si affronti, tra l’altro, il gravissimo problema della dispersione idrica e del calo delle sorgenti.
Condivido l’appello del Presidente della Provincia affinchè, nel più breve tempo possibile, ogni Amministrazione Comunale approvi in Giunta un deliberato condiviso per chiedere la revoca dei paventati aumenti tariffari.
Sulla questione è intervenuta anche Sabrina Ricciardi, coordinatrice del Movimento 5 Stelle Benevento.
Il Consiglio dell’Ente Idrico Campano, che avrebbe dovuto ratificare l’aumento del 40% delle tariffe idriche per i comuni serviti da Alto Calore Servizi S.p.A., non si è tenuto per mancanza di numero legale.
Questo significa che l’aumento è rinviato.
Ora l’EIC ha un’occasione: fermare questa stangata e riconsiderare un provvedimento ingiusto e insostenibile, imposto per tappare i buchi di un debito enorme frutto di anni di gestione fallimentare, sprechi senza freni e investimenti mai fatti.
E a pagare? Sempre e solo i cittadini.
I 31 comuni sanniti serviti da Alto Calore, che devono lasciare l’ente irpino, dovranno pagare la propria quota di passivo, rischiando il dissesto dei bilanci comunali. Una trappola perfetta, costruita pezzo dopo pezzo dalla cattiva politica.
Questo debito non è piovuto dal cielo.
Alto Calore è stato usato come serbatoio di voti, trasformato in un poltronificio e in un carrozzone politico dove contava più sistemare amici e parenti che riparare una condotta o investire in un serbatoio.
E mentre le reti cadevano a pezzi, con perdite oltre il 50%, i sindaci approvavano bilanci disastrosi, rinviando ogni intervento strutturale e blindando lo status quo.
In tutto questo, il MoVimento 5 Stelle è stato l’unica forza politica a denunciare da anni questa situazione, a pretendere chiarezza sui conti e una gestione trasparente.
Oggi ci chiedono di pagare il conto di questa vergogna.
Ma le famiglie non hanno colpe: il prezzo della mala gestione deve ricadere su chi l’ha creata, non su chi apre il rubinetto e spesso trova solo aria.
L’acqua è un diritto, non un lusso. E oggi, più che mai, va difesa.
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