Si susseguono in questi giorni interventi trasversali di sindaci e di forze politiche contro gli elevati aumenti percentuali dei costi delle bollette dell’acqua che dovrà applicare la società pubblica Alto Calore Servizi, in concordato fallimentare, adeguandoli ai criteri stabiliti da ARERA, l’ Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Anche se il caso dell’Alto Calore servizi si rivela senza dubbio un pessimo esempio di gestione, non intendiamo però unirci al coro di quanti non perdono occasione per porre l’accento sulla superiorità della gestione mista o privata rispetto a quella pubblica.
A quasi quindici anni di distanza, infatti, l’operazione di «smontaggio» della volontà popolare, espressa con il referendum del 2011, di togliere l’acqua dalle logiche di mercato era iniziata, in realtà, sin dall’indomani dell’esito dei referendum e, come spesso sottolineato da padre Alex Zanotelli, “ad essa si sono dedicati, sia pure con intensità diversa, tutti i governi in carica, ancora da quello di Berlusconi, passando per quelli di Monti, Letta, Renzi. Gentiloni e Conte.” Con il decreto legislativo del governo Draghi di riordino dei servizi pubblici è stata, poi, accantonata la possibilità di gestire il servizio idrico tramite Aziende speciali, resa concreta dall’ esperienza di “Abc Napoli”.A fine 2024 il governo ci ha riprovato, attaccando le società a totale capitale pubblico attraverso l’ingresso dei privati. Ma il Capogruppo AVS al Senato Peppe De Cristofaro ha sventato il tentativo della destra di privatizzare l’acqua pubblica attraverso un emendamento in Commissione Ambiente, che è stato ritirato dopo la denuncia di Alleanza Verdi e Sinistra. AVS sostiene da anni che vada salvaguardato il carattere pubblico del servizio idrico insieme a comitati, associazioni e movimenti che promuovono un modello di gestione basato sull’esperienza maturata dall’azienda speciale di diritto pubblico ABC Napoli, per la quale Sinistra italiana Campania ha recentemente chiesto la proroga trentennaledell’affidamento, al fine di respingere ogni ipotesi di trasformazione di ABC in SpA.
Nel Sannio, Gesesa SpA, socio minoritario della multinazionale ACEA per la gestione privata del servizio idrico integrato, non ha brillato finora in produttività e trasparenza. La notizia di una sua rilevante esposizione finanziaria, che potrebbe mettere a rischio le casse del Comune di Benevento, detentore di parte delle quote, è ritenuta infondata dall’amministratore delegato di Gesesa. Intanto però il Consiglio di Distretto sannita, con delibera del 25 ottobre 2023, ratificata dal Comitato esecutivo dell’Ente idrico Campano, ha già approvato gli aumenti delle tariffe idriche del Sannio, su richiesta di Gesesa. Detti aumenti saranno applicati a cura della nuova società “Sannio Acque”, formalmente mista ma di fatto a controllo privato, a cui spetterà la gestione unica del servizio idrico integrato per l’intera provincia. La costituzione di questanuova società, pervicacemente voluta dall’amministrazione Mastella, alla cui adesione vengono sollecitati i 78 Comuni della provincia di Benevento dal Distretto idrico sannita, ha una lunga gestazione, in quanto è stata oggetto di sonore bocciature da parte della Corte dei Conti, tra cui la mancata previsione di una consultazione pubblica, obbligatoria per legge, oltre alle carenti garanzie di natura economica, finanziaria e patrimoniale che potrebbero mettere seriamente a rischio i bilanci dei Comuni sanniti.
Le diverse criticità rilevate dagli organi di controllo nei confronti della costituenda Società “Sannio Acque” hanno comportato inoltre la perdita della storica opportunità di accedere ai fondi React Eu e PNRR, necessari alla ristrutturazione delle obsolete reti idriche, che registrano una perdita di circa il 60% dell’acquaimmessa nelle condutture.
Siamo pronti a sederci intorno a un tavolo, ma fin da subito deveessere ben chiaro che ci confronteremo solo con chi ritiene che la gestione dell’acqua debba essere totalmente pubblica, secondo un modello virtuoso controllato dai consumatori e improntato a criteri di efficienza, assenza di sprechi, redistribuzione degli utili in investimenti per la ristrutturazione delle condutture, bassi importidelle bollette, massima trasparenza dei costi e solidarietà nei confronti delle fasce sociali più deboli. La nostra è una battaglia di giustizia, di equità, di democrazia e di futuro. E su questo non faremo alcun passo indietro.