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Benevento – Un evento creato in grande stile, un risultato incredibile dopo anni di lotta, botta e risposta tra associazioni, enti e comune di Benevento. Il problema dell’acqua a Benevento, in un determinato periodo, è diventato il teatro di scontro, il tutti contro tutti. Acqua avvelenata a contrada Pezzapiana, questo il senso della battaglia iniziata dall’associazione Altrabenevento. Presenza del tetracloroetilene, parola impronunciabile che è diventata facile quasi quanto dire ‘mamma’ talmente se n’è parlato. Sul lato opposto del ring Gesesa in primis, che si è affannata in controlli continui per difendere la propria posizione e il proprio operato, e il comune di Benevento che, secondo l’accusa, non ha preso in carico il problema. 

“Acqua avvelenata” da una parte, “tutto a posto” dall’altra. Le famiglie di Contrada Pezzapiana e dintorni in mezzo a questa diatriba.

E così è arrivato il 16 di luglio, la giornata del cambio storico della fornitura del bene primario: la contrada in questione sarà “rinfrescata” dalla fonte del Torano – Biferno, ciò che veniva chiesto da tutti. Una festa concentrata intorno al giro di una mega-chiave. Perdita di tempo e risorse. Inutile creare il codone di giornalisti, tecnici e dirigenti per un giro di una chiave: operazione da operaio e comunicazione “urbi et orbi”, cose da due minuti al massimo, perchè tanto è durato tutto, il resto chiacchiere e convenevoli.

Sicuramente è un risultato importante, nessuno lo mette in dubbio, ma, alla luce di quanto visto, sorgono degli interrogativi. Se il sindaco ha sempre affermato e lo ha fatto anche oggi, che “nessuna famiglia beneventana è stata avvelenata e che l’acqua che bevevano era buona, dopo analisi effettuate“, perchè attivare la fornitura del Torano – Biferno? Non era convinta della bontà del bene, prima o, nel dubbio, meglio aver modificato tutto sfruttando il finanziamento della Regione? Un po’ una zappa sui piedi: “sono certo e lo sono sempre stato che è tutto a posto, ma si cambia”.

Perchè ribadire che i competitors hanno puntato sull’avvelenamento dell’acqua a differenza di un sindaco che ha creduto nell’esatto contrario, e alla fine agire secondo la direzione dei competitors accusandoli di aver fatto certe dichiarazioni per campagna elettorale? Evidentemente è proprio quella la molla, la campagna elettorale vale in un senso e nell’altro.

Ma soprattutto, è quanto meno curioso, o meglio lo è per chi, nel corso degli anni, facendo il mestiere del narratore editoriale, si è trovato di fronte a comunicati battaglieri di comune, Gesesa e Altrabenevento, tra promesse di querele e stracci lanciati dal balcone e, nel giorno del giro della chiave, se li vede amabilmente l’uno di fianco all’altro, tra risate, chiacchiere, sfottò e pacche sulle spalle. Dovevano trovarsi in un’aula di tribunale a difendersi dalle accuse, gli uni degli altri, e sono tutti a sorridere per un cappello giallo, un paio di guanti e una chiave dell’acqua. Tutti o quasi, perchè se l’ex presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona, ha avuto modo di intrattenersi con gli acerrimi rivali di sempre, l’attuale numero uno dell’associazione, Sandra Sandrucci, è rimasta più defilata, in attesa di farsi sentire, nel primo pomeriggio, con l’ennesimo comunicato dal titolo “Acqua, ridicola manifestazione elettorale”. Eppure li aveva lì, tutti, a portata di mano. Quale migliore occasione per esprimere dissenso? Ci sarebbe stato un confronto, probabilmente più fruttuoso, invece del botta e risposta a suon di comunicati anonimi e senza vita.

Inutile farsi tutte queste domande: siamo in campagna elettorale, quella che ha il poter di cambiare un’acqua non avvelenata in una….non avvelenata.