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Benevento – La sua ultima presenza proprio oggi compie due anni e un mese, ma il conteggio sarà presto interrotto. Ghigo Gori a meno di sorprese tornerà a difendere i pali in un match ufficiale, e lo farà sabato pomeriggio al Rigamonti, dove il Benevento affronterà un Brescia già certo della promozione in serie A. Il portiere tarantino nel Sannio è un’autentica leggenda con oltre duecento presenze e due promozioni consecutive indimenticabili dalla C alla B e dalla B alla A. L’importanza del ruolo un tempo ricoperto sul rettangolo verde fa il paio con quella nello spogliatoio. Un leader calmo, attento alle dinamiche di squadra e sempre disposto a dare consigli ai più giovani. Lo abbiamo spesso definito un calciatore d’altri tempi, definizione che gli calza a pennello. Nella stagione della promozione in A fu chiamato in causa in nove circostanze risultando anche decisivo nelle sfide che furono vinte con lui in porta dalla squadra di Baroni (a Terni e in casa contro il Cittadella su tutte). All’epoca il numero uno era Alessio Cragno, uno che sta facendo carriera anche grazie ai consigli di Ghigo. 

E’ per questa ragione che la stagione successiva Filippo Inzaghi lo volle a tutti i costi a Venezia, a fare da chioccia al giovanissimo Emil Audero, attuale portiere della Samp esploso proprio a suon di prestazioni con la maglia dei lagunari. Anche in quel caso Gori fu fondamentale con il suo carattere e la sua esperienza nel guidare uno spogliatoio giovane e inesperto per la categoria, contribuendo moralmente in maniera ineccepibile al raggiungimento della semifinale play off persa contro il Palermo. Cristian Bucchi tutto questo lo sa, ha avuto modo di testare l’importanza e lo spessore umano di Gori in questo campionato e ora gli concederà l’opportunità di debuttare nuovamente con la maglia della Strega. Perché per ‘Batman‘ la storia con la Strega è quella di un amore che si rinnova nonostante diverse parentesi con altre maglie. Arrivò per la prima volta nel Sannio nel 2006 e vi rimase fino al 2010, poi fece ritorno nel 2012 dopo un anno e mezzo alla Nocerina, restando fino al 2014, quando si trasferì alla Salernitana; altro ritorno nel 2015, per conquistare la B e poi la A prima dell’ennesimo arrivederci datato luglio 2017. A un anno di distanza è tornato nella sua seconda casa per trasmettere i valori giusti di un club che ormai conosce come le sue tasche. Rivederlo in campo per molti rappresenterà un’emozione. Il passato che incontra il presente e strizza l’occhio al futuro, per provare a replicare il 2017. Si può fare.