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Le posizioni di Francesco Caruso fanno discutere. Da sempre. L’attivista politico beneventano, in passato tra i maggiori protagonisti del Movimento No Global e deputato eletto tra le fila di Rifondazione Comunista, oggi insegnante di sociologia all’Università Magna Grecia di Catanzaro, ha commentato all’agenzia Adkronos la notizia dell’arresto di Cesare Battisti.

Ha le sue colpe” – ha dichiarato. “Ma il Battisti che aveva vent’anni e il settantenne di oggi sono due persone diverse. Il carcere ha una funzione riabilitativa. Non si capisce cosa debba fare questo signore in carcere se il principio del carcere resta quello sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, che si chiama ‘rieducazione’, non ‘vendetta’. Questo esisteva nelle società pre-cristiane…“.

Parole, se vogliamo, fuori dal coro. Almeno in relazione a quanto accaduto in Italia nelle ore successive all’arresto del latitante. Ma per Francesco Caruso la vicenda di Battisti non può essere slegata dal contesto in cui si è svolta. Né può essere accostata ad altre catture eccellenti riguardanti esponenti della malavita organizzata.

La logica punitiva può avere sua logica nel momento in cui serve a intimorire, punire… quella con la mafia è una guerra che c’è ancora ed è bene che vecchi e nuovi mafiosi vengano perseguiti, condannati. Qua invece (in relazione a Battisti e al gruppo dei Proletari Armati per il Comunismo, ndr) si tratta di prigionieri politici di una guerra civile finita 40 anni fa”. “In Italia – ha concluso Caruso – non si è mai voluto fare i conti con tutto questo”.

Una presa di posizione che ha finito per destare scalpore. D’altronde, proprio della provincia di Catanzaro era originario Andrea Campagna, agente della Digos e tra le vittime di Battisti.

A replicargli, allora, sono stati esponenti della destra, come la deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, e dei sindacati di polizia. Giuseppe Brugnano, segretario nazionale della Federazione Sindacale di Polizia, ha chiesto ufficialmente al Rettore dell’ateneo catanzarese di sollevare Caruso dalla cattedra. Istanza cui si è poi unita Gioventù Nazionale (l’organizzazione giovanile di FdI).

Ma c’è anche chi si è “limitato” a chiedere controlli e cesure sulle sue lezioni all’università.

Un putiferio di reazioni a cui lo stesso Caruso ha così replicato dalla propria pagina Facebook:

Dall’espulsione dall’università per chi esprime dubbi sulla funzione rieducativa del carcere fino alla nomina di un commissario per monitorare il contenuto delle lezioni: di certo quel che non manca agli esponenti della destra catanzarese è la creatività e la fantasia… “.