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Benevento – Il giorno dopo la sconfitta contro l’Inter, c’è un concetto che mette tutti d’accordo: non sono queste le partite nelle quali il Benevento deve fare punti. Troppo ampio il divario con i nerazzurri, ma ogni gara e soprattutto ogni sconfitta offre spunti di riflessione.

Se la formazione di Antonio Conte si è dimostrata superiore qualitativamente e nel valore dei singoli, la Strega ci ha messo troppo del suo per facilitarle il compito. Dopo 22 secondi i giallorossi si sono ritrovati sotto nel punteggio e dopo 25 minuti è arrivato anche il raddoppio. Più o meno come successo sabato a Genova, ma la Sampdoria non vale l’Inter e l’aria di una nuova impresa non ha mai preso a spirare dalle parti del “Vigorito“.

Si è complicato maledettamente la vita l’undici di Inzaghi, al quale non è riuscita la mossa di piazzare un difensore puro (Barba) sulle tracce di Hakimi. Il marocchino ha imperversato in lungo e in largo, rivelandosi un fattore decisivo nella vittoria nerazzurra.

Poi ci sono stati gli errori individuali a rendere ancora più complicata la scalata. Montipò ha confermato una certa allergia a giocare palla con i piedi, commettendo il secondo errore di fila in fase di impostazione. Un azzardo probabilmente calcolato dallo staff tecnico ma che rischia di minare le certezze di un ragazzo che lo scorso anno ha dimostrato di possedere qualità sopra la media. 

Rimangono da salvare la reazione e la voglia di non calare il capo davanti agli eventi. Il Benevento ha continuato a mettere in campo le idee del suo tecnico, tenendo i tre attaccanti in pressing sulla retroguardia avversaria e le mezzali alte. Idee di gioco che espongono la squadra a inevitabili rischi e che aumentano il coefficiente di difficoltà. Nel dubbio chiedere a Ionita, apparso ancora un pesce fuor d’acqua negli schemi di Inzaghi.

Le cose sono leggermente migliorate con il passaggio al 3-5-2 ma è pur vero che a quel punto l’Inter è stata meno arrembante e Conte ha dato vita alla girandola dei cambi, facendo rifiatare addirittura Lukaku, uno al quale il tecnico salentino non rinuncerebbe mai. L’occasione, però, era propizia perché il Benevento non dava segnali di poter firmare la seconda impresa in pochi giorni.

Questa sarebbe stata ancora più eclatante ma è bene pensare al Bologna adesso. La sfida di domenica permetterà di tracciare un primo bilancio sulla reale consistenza dei giallorossi, in attesa di mettere nel motore le giocate di Iago Falque. Sperando di non dover sempre sacrificare un equilibrio che fino ad ora è costato sette reti.