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Il primo giorno d’estate, la grandinata e la metamorfosi verso un lungo inverno. O più tecnicamente il solstizio di una “stagione” che quell’anno non arrivò mai. La rete di Calil, quella grandinata di fine gara come un segno premonitore, il Crotone in crisi economica, i quattro difensori centrali schierati in difesa da mister Soda, le origini calabresi del mister giallorosso, la maledizione play-off sempre viva.

Il popolo giallorosso ci ha messo tanto, troppo, a digerire quella che era stata probabilmente la più grande delusione sportiva del nuovo millennio. Perchè quel giorno il Santa Colomba di Benevento si era come sempre messo il vestito delle grandi occasioni, a tinte giallorosse, pronto ad esplodere. Ma il passato aveva insegnato che la strega pativa i grandi eventi, li accusava e si dematerializzava anche quando aveva dalla sua motivazioni, pubblico e favori del pronostico. Mai festeggiare prima, qualcuno lo aveva provato sulla propria pelle, riponendo bandiere e sciarpe inutilizzate nel garage in attesa della prossima… delusione sportiva. Ma come fai a non accogliere un evento del genere senza bandiere, trombette e sciarpe con impressa quella data che sarebbe stata storica.

Sono passati dieci anni e, dopo quel 21 giugno, nessuno se li sarebbe aspettati così. Nonostante la grande forza economica e progettuale della famiglia Vigorito (l’anno dopo Ciro venne a mancare), per anni la società sannita ha un pò perso il bandolo della matassa, tanti soldini sul conto corrente e ha, sulla carta, abbandonato il sogno cadetteria dopo l’ennesimo flop play-off, defilandosi ma garantendo indirettamente la continuità di un progetto che si era lentamente ridimensionato. Ma i successi, come gli amori, fanno sempre giri immensi e poi ritornano: ed allora in due stagioni il Benevento si è ripresto tutto ciò che non gli era mai appartenuto, che aveva sognato quel 21 giugno di dieci anni fa mentre si stava truccando come una sposa davanti allo specchio prima di convolare a nozze.

Il meteo oggi non dovrebbe regalare sorprese. Quel 21 giugno appartiene ormai al passato: grandine e nuvoloni sono stati spazzati via dal vento.