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La denuncia del Sappe, già di grande rilievo nelle scorse settimane, si rafforza dopo l’ultimo caso di suicidio avvenuto nel carcere di Capodimonte dove nella notte tra mercoledì e giovedì si è tolo la vita, impiccandosi, un detenuto ergastolano di 39 anni di origine napoletana. “Il detenuto, ristretto nella articolazione di osservazione mentale, si è rinchiuso nel bagno e si è legato alle inferriate con il cordoncino di una tuta all’insaputa di altro compagno di detenzione presente nella cella. A nulla sono valsi i soccorsi prestati dal personale di polizia penitenziaria e dal sanitario, che ha riscontrato il decesso dello sventurato. Ancora una tragedia in carcere nell’indifferenza del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che hanno altro a cui pensare, evidentemente”, fa sapere il Sappe.

Donato Capece, Segretario generale del Sappe, ha così commentato: “E’ allarmante la notizia di un quarto suicidio in carcere in pochi giorni. Detenuti si sono ammazzati, in un arco brevissimo di tempo, a Roma Regina Coeli, Terni, Milano San Vittore ed ora anche a Benevento. E due poliziotti penitenziari si sono tolti la vita, a distanza di poche settimane, a Padova e a Tolmezzo. Questi sono i drammi umani che vivono le carceri, ma il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria pensano ad altro. Pensano a mortificare le professionalità acquisite dal personale di Polizia Penitenziaria, pensano al sesso in cella, pensano ad allargare la vigilanza dinamica che vuol dire dare le carceri in mano ai penitenziari a tutto discapito della sicurezza. E pensano ad aumentare dell’80% lo stipendio dei detenuti che lavorano senza pensare che la Polizia Penitenziaria ha un contratto di lavoro scaduto da 10 anni, donne e uomini che vivono i drammi del carcere in prima linea mentre Ministero della Giustizia e DAP pensano a come dare il colpo finale alla sicurezza tra le sbarre. Loro parlano e noi poliziotti, sempre meno e sempre più stanchi e stressati, dobbiamo reggere sulle nostre deboli spalle un sistema penitenziario allo sfascio per colpa della irresponsabilità di pochi colletti bianchi”.