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Benevento – Sta mano po esse fero e po esse piuma, raccontava uno straordinario Mario Brega in ‘Bianco, Rosso e Verdone’. E la mano di Stefano Caldoro, oggi alla prima uscita pubblica nel Sannio da candidato presidente della Regione, ci va già pesante quando si parla di Vincenzo De Luca: “Io oggi sono a Benevento per presentare la coalizione. E la nostra è un’alleanza politica. Dall’altra parte, invece, vedo solo il Pd e Italia Viva, con il partito di Renzi che qui si è specializzato nel raccattare candidati da ogni parte, come fossimo al mercato. Poi ci sono le liste degli assessori, con una spaventosa sovrapposizione tra impegni di governo e interessi di parte. Una logica da sistema di potere che non mi è mai appartenuta. Né mai mi apparterrà” – scandisce il candidato del centrodestra. Che poi rincara la dose: “La Campania, oggi, è governata da un sistema di potere. La logica è quella dei clan, altro che tribù. Si governa attraverso le minacce e le intimidazioni. E questo nel silenzio dei corpi intermedi, dalla classe imprenditoriale ai sindacati”.

“E allora – sintetizza Caldoro – la sfida è chiara. Da una parte c’è il voto imposto e condizionato, da questa il voto libero. Scendiamo in campo consapevoli che poteri e potenti non sono dalla nostra parte. Siamo soli ma liberi”.

Toni decisamente più soft, con la mano che diventa piuma, quando la discussione si sposta su Clemente Mastella, che pure ha deciso di rompere con il centrodestra per sposare la causa De Luca.

Con Clemente ho parlato nell’epoca pre-Covid, quando legittimamente aspirava a rappresentare il centrodestra come candidato presidente. Ci eravamo accordati sull’assunto che una volta che la coalizione avesse trovato il punto di equilibrio, a prescindere dalla scelta della persona, saremmo restati uniti. L’unico dubbio, Mastella lo poneva sull’ipotesi di un candidato esterno alla politica, un civico”.

E poi? E poi sono subentrati i dissidi tra Mastella e Salvini e tutto è cambiato. “Sul tavolo c’erano due ragioni. Non biasimo Salvini perché certi attacchi fanno parte del dna della Lega, da sempre. Ma comprendo pure la reazione di Mastella che da unico sindaco del centrodestra si è trovato nel mirino di un partito della coalizione. E allora? Bisognava trovare una sintesi tra le due ragioni. Fossi stato in Clemente, avrei fatto valere le mie ragioni all’interno del centrodestra, attraverso la competizione elettorale. Ma passare dall’altra parte no, è una scelta che non posso condividere, per quanto legittima. Che poi, andando sui temi, molte delle cose che rimprovero io a De Luca e che riguardano il Sannio – una su tutte la sanità e il depotenziamento degli ospedali – le condivideva pure Mastella”.

“Tuttavia – chiosa sul punto Caldoro – continuo a nutrire grande rispetto per Mastella e per la carica che ricopre. Spero ancora ci sia il tempo per trovare quella famosa sintesi”.

Parole ancor più dolci, però, Caldoro le rivolge a un altro ‘avversario’, il deputato del Pd Umberto Del Basso De Caro (i due sono legati da un noto rapporto di lunga amicizia): “Pur militando nella parte opposta alla mia, a De Caro non si può non riconoscere l’impegno profuso per le aree interne da sottosegretario alla Infrastrutture”.

Ad affiancare Caldoro, in sala, ci sono i rappresentanti dei partiti della coalizione, da Luca Ricciardi (Lega) a Federico Paolucci (Fratelli d’Italia), da Domenico Mauro (che ha colto l’occasione per sciogliere le riserve e annunciare la candidatura al consiglio regionale, leggi qui) a Raffaele Tibaldi, altro amico di lunga data dell’ex governatore. In sala, poi, alcuni sicuri candidati (Mimmo Matera, Francesca Pedicini, Nadia Sgro)e altri possibili (Lucio Mucciacciaro, Giuliana Saginario). Ci sono poi i pattisti Luigi Scarinzi e Vincenzo Sguera e ancora l’ex senatore azzurro Mino Izzo e Angelo Feleppa (per l’Alleanza di Centro di Pionati, altro partito della coalizione).

Ancora prima di raggiungere palazzo Paolo V per la conferenza stampa, Caldoro si era recato a Foglianise e a Fragneto Monforte: “Non ho invitato la stampa perché non mi piace andare in giro con le auto blu. Sono andati in luoghi dove l’azione della mia amministrazione regionale ha prodotto risultati tangibili, come a Foglianise, e in zone come Fragneto Monforte dove le promesse di De Luca si sono rivelate essere chiacchiere. Perché gli unici ad aver rimosso le ecoballe da Toppa Infuocata, a oggi, siamo stati noi”.

 

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