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Benevento – Migliorarsi per migliorare. Un’antica ricetta, un mantra da assimilare e trasmettere. Filippo Inzaghi e il suo Benevento ci stanno riuscendo, saltano in cima e si spingono oltre le nuvole di un campionato che al momento sembra rigettare qualsiasi dualismo. Lassù ci sono solo la Strega e le sue certezze, quelle da non disperdere, da conservare gelosamente e da brandire dinanzi agli avversari nel momento di maggior pressione. 

Poi sì, ci sono i numeri, che spesso vengono in soccorso all’analista e allo stesso allenatore. Mettere insieme quelli del Benevento non è mai banale, ma se nelle scorse ore avevamo provveduto a tenere d’occhio il campo, oggi allontaniamo la lente d’ingrandimento per spostarci su una visione d’insieme.

RISCATTO – Lo ‘storico’ di Super Pippo, del resto, parla abbastanza chiaro: quella attuale si è rivelata finora la sua stagione migliore sul piano dei punti raccolti. Il personale ‘best score’ (26 punti in serie C con il Venezia, nel 2016/17) è già stato superato di due lunghezze. L’allenatore piacentino ha cancellato in un colpo le negatività dello scorso anno, quando con il Bologna ottenne 11 punti in 13 gare. Deludendo, sì, ma in Serie A. E con obiettivi ben diversi.

RECORD – Se Inzaghi sorride, il Benevento di sicuro non piange, anzi. Miglior risultato anche per i giallorossi, che in B dopo tredici gare non si erano mai spostati dai 21 punti conquistati nei precedenti due campionati cadetti della loro storia, quando in panchina c’erano Baroni (2016/17) e Bucchi (2018/19). Ben sei punti in più rispetto al passato caratterizzato da due apparizioni play off dall’esito differente. I 28 punti raccolti in questo avvio consentono alla Strega di iscriversi anche a un club esclusivo che annovera club di un certo livello. 

UN CLUB ESCLUSIVO – La storia degli ultimi 10 anni della B, infatti, ha sancito un verdetto quasi inequivocabile: solo cinque squadre giunte da capolista alla tredicesima giornata avevano fatto più di 26 punti, superando dunque la media esatta di due a partita. Si tratta del Torino 2011/2012 di Ventura (32 punti), del Sassuolo 2012/2013 di Di Francesco (31 punti), del Verona 2016/2017 di Pecchia (30 punti), del Cagliari 2015/2016 di Rastelli (29) e del Novara 2010/2011 di Tesser (29). Tra queste solo l’ultima non è riuscita poi a conquistare la serie A direttamente, ma lo fece comunque attraverso i play off.

TRANNE TRE – Altro giro, altra corsa, altro dato: soltanto tre squadre, nell’ultimo decennio, hanno fatto accesso alla massima serie dalla porta principale senza risultare tra le prime tre in questo preciso punto del campionato. Parliamo del Brescia dello scorso anno (-4 dal Pescara capolista), del Parma di due stagioni fa (-3 dall’Empoli capolista) e della Spal di tre campionati or sono, che a gennaio cambiò letteralmente marcia. basti pensare che dopo 13 turni gli estensi avevano ben nove punti di svantaggio dal Verona, che era primo, ma a fine anno riuscirono a chiudere sorprendentemente davanti a tutti. 

COME NESSUNO – Un’ultimo appunto, forse il più importante, lo merita il capitolo relativo ai distacchi. E’ qui, se possibile, che la forza del Benevento viene fuori in termini poderosi. In nessuna delle annate citate in precedenza è stato mai rilevato un vantaggio sulle inseguitrici paragonabile a quello degli uomini di Inzaghi. Numeri che non lasciano tranquillo nessuno, specie in un campionato ‘burrascoso’ come quello di serie B, ma che al tempo stesso è meglio avere dalla propria parte. Poi, chi vuol fare gli scongiuri, si senta pure libero. Ha tutta la nostra comprensione. 

Foto: Ac Pisa