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Benevento – Dannata plastica, indistruttibile inquinatrice dei mari, dei fiumi, dei laghi. Legambiente Benevento del presidente Antonio Basile è scesa in piazza per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del sacchetto per la spesa biodegradabile.

E’ nota a tutti la vicenda denunciata oggi dagli ambientalisti sanniti. Un tempo si faceva la spesa con una busta solida e sicura in tela o in corda; poi è venuta l’epoca della plastica con quelle buste, molto meno solide e non capaci di sopportare pesi più elevati di cinque – sei chili, ed è stata dichiarata guerra al pianeta. Queste buste, di fatto, anche se fragili, non si distruggono del tutto, se non con il fuoco ma inquinando l’atmosfera (con la diossina) e così ce le ritroviamo tra i piedi dappertutto: nei boschi e nei mari, nello stomaco di balene, squali, delfini, tartarughe marine.
Ovunque ci sono buste di plastica per la spesa che scorrazzano trascinate dal vento. Uno scempio. E’ stata recentemente scoperta addirittura un’isola misteriosa nell’Oceano Pacifico che è fatta semplicemente da oggetti di plastica ed in particolare da buste di plastica. Un vero e proprio attentato all‘ecosistema. Ma qualcosa per fermare la follia quotidiana la si può fare: dal 1° gennaio c’è l’obbligo per il rivenditore al consumo di dotare l’acquirente di una busta biodegradabile per trasportare frutta e verdura. Il costo è a carico dell’acquirente ed è vero: ma si tratta di frazione di euro.
 
“Con un piccolo sforzo tutti possiamo dare un contributo alla salvezza del pianeta”. Questo il messaggio che è partito anche da Benevento, da piazza Risorgimento dove, purtroppo, spesso si accatastano montagne di buste di plastica lasciate dopo il mercato degli ambulanti e altre iniziative similari.  L’Associazione guidata da Basile e volontari ha sensibilizzato commercianti e cittadini sul tema distribuendo sacchetti biodegradabili e compostabili, depliant informativi e gadget. “L’Italia è stato il primo Paese dell’Unione Europea a mettere al bando i sacchetti di plastica con una legge innovativa approvata nel 2006 ed entrata in vigore cinque anni dopo. Una legge che ha consentito di ridurre il numero degli shopper usa e getta ma purtroppo ancora è in parte disapplicata” – dice  Basile,  “E il settore è diventato terreno d’azione anche delle ecomafie, che inquinano il mercato legale e impongono i loro prodotti in plastica tradizionale. Il tutto senza considerare i gravi danni all’Ambiente e al mare, oltre all’aggravio dei costi di smaltimento dei rifiuti quantificato in 50 milioni di euro”. Basile auspica l’utilizzo  di queste buste biodegradabili: ” Sono una risorsa per la nostra economia che è basata dal settore primario.Le buste sono peraltro obbligatorie per legge e chi non le osserva possono arrivare sanzioni fino a 25 mila euro. Un rischio davvero concreto “.