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Benevento – “Nonostante siamo stati i primi a chiudere spontaneamente, le istituzioni non ci hanno presi in considerazione per nessun tavolo di lavoro”. Tra i tanti campanelli d’allarme che si stanno levando al cielo in questi giorni si segnala anche quello degli esercenti dei locali notturni della movida beneventana. Chiusi per necessità, beffati da un paradosso, i titolari dei bar del centro storico usualmente presi d’assalto dai giovani nel weekend ora chiedono rispetto. Lo fanno attraverso una lettera aperta condivisa dall’associazione “Quelli della Notte”, nata in questo periodo di emergenza e curata da una decina di gestori che hanno scelto di fare fronte comune.

Il nodo è semplice e riguarda nello specifico le autorizzazioni alla riapertura. Con le restrizioni vigenti una ripartenza per la movida è distante, ma i bar notturni avendo lo stesso codice Ateco dei bar normali rientrano burocraticamente tra le attività che potrebbero rialzare la saracinesca: “Si ricorda che ad ogni codice Ateco corrisponde uno specifico trattamento fiscale – si legge nella lettera –. Riaprire rispettando le specifiche disposte dal Governo con i rispettivi Decreti non solo non ci farebbe incassare nulla, ma non ci permetterebbe nemmeno di ricevere la cassa integrazione per i dipendenti e i cosiddetti bonus ridicoli che comunque finora non abbiamo ricevuto, senza dimenticare le molteplici spese di gestione giornaliera”.

Insomma, impossibile ripartire a queste condizioni per locali che fanno del coinvolgimento e dell’aggregazione giovanile una prerogativa. Ma oltre al danno c’è la beffa di non poter ricevere i benefit riservati alle attività che per legge non possono esercitare: “Proponiamo di individuare un codice Ateco specifico per le attività che esercitano di sera e di notte, il prolungamento della cassa integrazione dei dipendenti, misure di sostegno al pagamento degli affitti e la soppressione di tutte le tasse comunali a partire da marzo 2020 fino alla ripresa della fruizione totale dei locali, senza restrizione degli spazi e senza vincoli per i momenti di aggregazione e sviluppo della categoria della notte”. 

Il messaggio è chiaro e deciso, non manchevole di una chiosa finale polemica: “Un pensiero va a tutti i detrattori del mondo della notte che in questi anni non ci hanno risparmiato attacchi senza giustificazione e che in questo momento attraverso i social ci manifestano la loro felicità per l’avvenuta liberazione del centro storico dagli oppressori. Ebbene a questi signori diciamo che sicuramente vi libererete di qualche locale perché non tutti avranno la forza di rialzarsi, ma non vi libererete mai dei giovani, dei ragazzi e del futuro”.